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Welfare, sì del governo all'intesa Fmi: male crescita e risanamento

Su previdenza e contratti a termine approvato dal consiglio dei ministri l'accordo raggiunto con sindacati e industriali per modificare le modifiche già fatte. I ministri Ferrero (Prc) e Bianchi (Pdci) si sono astenuti. La Bonino attacca: "Metodo inaccettabile, mi sono sentita un ministro squillo..." Cremaschi (Fiom): "Intesa al ribasso". L'Fmi bacchetta ancora l'Italia: "Riformate lavoro, welfare e pensioni"

Welfare, sì del governo all'intesa 
Fmi: male crescita e risanamento

Roma - L'intesa sul welfare alla fine è arrivata. Con la retromarcia del governo Prodi, clamorosa e foriera di nuovi scontri nell'Unione quando il ddl arriverà in Parlamento. L'ultimo nodo da sciogliere era sul capitolo dei contratti a termine, argomento "contestato" nella riscrittura dell’accordo dalle parti sociali. La riunione fiume di oggi ha permesso di trovare una sintesi tra le posizioni del governo, dei sindacati e di Confindustria. In mattinata era stato trovato l'accordo tra governo e sindacati sulla trasposizione nel ddl sul welfare delle norme riguardanti la previdenza dell'accordo del 23 luglio. E il consiglio dei ministri straordinario convocato in serata ha approvato le modifiche. In sede di votazione il ministro della Solidarietà sociale Paolo Ferrero (Prc) e quello dei Trasporti Alessandro Bianchi (Pdci) si sono astenuti. Hanno invece votato a favore Fabio Mussi e Alfonso Pecoraro Scanio.

Letta: "Questo è il testo, ma il parlamento è sovrano" Non è un caso infatti che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Enrico Letta metta in qualche modo le mani avanti. Il governo consegna alle Camere "questo testo" e "auspica che venga approvato questo testo". "E' chiaro - dice - che il Parlamento è sovrano e deciderà cosa fare". E dopo la levata di scudi della sinistra radicale e le parole di bertinotti "modifiche in Parlamento", la strada si prennuncia di nuovo in salita.

La Bonino: "Io ministro squillo... metodo inaccettabile" E' un ministro a criticare il governo (e non dal versante della sinistra-sinistra), Emma Bonino, che usa parole dure dai microfoni di Radio Radicale: "Trovo sgradevole, inaccettabile questo modo di procedere. Quasi fossi un ministro-squillo.... Il Cdm convocato senza nemmeno essere messo nelle condizioni di leggere un testo complesso che ho avuto solo pochi minuti prima della riunione del consiglio dei ministri Cdm". "Sento dire che è stato ripristinato l'articolo 11, quello dei contratti a termine. Avevamo sollevato la questione al Cdm di venerdì scorso esprimendo riserve - ricorda Bonino - perché la procedura era stata completamente stravolta rispetto al protocollo. Ma appunto lo apprendo dalle agenzie, il che mi conferma che nella forma e nella sostanza questo modo di procedere è inaccettabile. E' evidente che una mala concertazione finisce poi per ridurre il Cdm ad una funzione notarile". poi la Bonino si "corregge" e dice: "Al di là delle considerazioni che ho già espresso sul metodo prima del Cdm - afferma in una nota - nel merito il testo approvato traduce più fedelmente lo spirito del Protocollo per quanto riguarda i contratti a termine, risolvendo una preoccupazione che da subito avevo espresso venerdì scorso. Ugualmente il testo approvato riprende in modo più puntuale il Protocollo per quanto riguarda le linee di riforma degli ammortizzatori sociali. Ho, quindi, riconfermato la posizione assunta venerdì scorso".(ANSA).

Ferrero promette battaglia alle Camere Il copione si ripete, ancora uno stop ang, con relativo braccio ferro della sinistra. "Mi sono astenuto perché il testo ha un miglioramento nella parte che riguarda le pensioni ma invece c'é un peggioramento nella parte che riguarda la precarietà perché si lascia fuori dalla norma i lavori stagionali e diverse altre deroghe. Ho ribadito che il testo sia modificato nel passaggio parlamentare e chiedo che tutta la maggioranza lavori per farlo rispettando il programma dell' Unione".

Confindustria firma l’accordo sul welfare "Il testo che Alberto Bombassei mi ha fatto vedere è condivisibile". Lo ha affermato il presidente degli industriali Luca Cordero di Montezemolo interpellato al termine del direttivo di viale dell’Astronomia. Il nodo dei contratti a termine "è stato sciolto - ha aggiunto - il punto era là". Montezemolo ha contestato allo stesso tempo il fatto di aver dovuto discutere un accordo che era già stato siglato: "Non ho capito - ha rimarcato - perchè abbiamo dovuto fare tutti questi confronti rispetto ad un testo già firmato e concordato".

Damiano: "Fugato qualsiasi dubbio" Sul protocollo "è stato raggiunto il testo definitivo". Così il ministro del lavoro, cesare damiano, a margine di dell’inaugurazione al quirinale di una mostra fotografica. Il ministro aggiunge che "questo è molto importante perché è stato fugato qualsiasi dubbio interpretativo o trasposizioni dal protocollo alla norma di legge che possono aver generato qualche elemento di equivoco. E' un passo importante - sottolinea - che consolida il protocollo, i suoi contenuti e il risultato referendario". Sulle posizioni della sinistra radicale ha aggiunto: "Sono soddisfatto perché noi con le parti sociali abbiamo detto la parola conclusiva".

Intesa sul capitolo previdenza Governo e sindacati avevano raggiunto una prima intesa sul capitolo previdenza del testo del ddl che traduce in norme il protocollo sul welfare del luglio scorso. Sarebbero stati quindi superati gli ostacoli relativi all’individuazione di norme con cui rendere esplicito l’obiettivo tendenziale di un tasso di sostituzione al 60% per le pensioni dei giovani e la predisposizione delle quattro finestre d’uscita per la pensione di anzianità previste dall’accordo per chi ha maturato 40 anni di lavoro.

Cremaschi (Fiom): contratti a termine, intesa al ribasso Sui contratti a termine siamo in presenza di una intesa al ribasso che dà una ragione in più per andare in piazza sabato 20 ottobre contro la precarietà. Va ancora all'attacco di governo, sindacati e industriali, il segretario nazionale della Fiom-Cgil, Giorgio Cremaschi a proposito dell'accordo appena raggiunto. "Mi pare si sia riusciti a creare un ginepraio - afferma - con una interpretazione negativa e peggiorativa dello stesso accordo del 23 luglio. Il risultato è che nessuno di coloro che oggi è al lavoro con contratti a termine in virtù di tale norma potrà essere stabilizzato".

Cazzola: colpo mortale al sistema pensionistico "Con l'indicazione del 60% come tasso di sostituzione assicurato per le future pensioni e con la disciplina sciagurata del lavori usuranti (che produrranno un massiccio esodo di prepensionamenti) il governo ha sferrato un colpo mortale non solo all'impianto della legge Dini, ma al sistema pensionistico obbligatorio". Critica l'intesa di oggi a tutto campo Giuliano Cazzola, presidente del Comitato per la difesa e l'attuazione della legge Biagi. "Il Governo - aggiunge - non si limita a sfasciare le riforme dell'esecutivo precedente, ma va all'assalto delle stesse riforme dei precedenti governi, compresi i santuari più custoditi ed onorati dalla sinistra nell'ultimo decennio". E tutto ciò, conclude, avviene "con la promessa fasulla di provvedere al futuro pensionistico dei giovani ai quali in realtà si aumentano solo i contributi".

Sacconi: allo sfascio i conti previdenziali "Sulla previdenza il governo ha negoziato solo con il sindacato producendo una controriforma ben peggiore di quella ipotizzata dal protocollo".

Così, denuncia Maurizio Sacconi, responsabile lavoro di Fi, "è stata definitivamente smantellata la legge Dini attraverso una grande quantità di contributi figurativi, una amplissima definizione dei lavori usuranti e l'introduzione della garanzia del 60% dell'ultimo reddito messo a carico del bilancio dello stato. Presenteremo un dossier alla commissione europea per evidenziare lo sfascio dei conti previdenziali".

 

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