Hanno uno spazio infinito davanti, a cui inviare decine, centinaia, migliaia di proposte. Idee che entrano in testa guardando la televisione, o osservando una coppia di anziani sulle panchine dei parchi. Scrivono tre righe e le spediscono, come un messaggio in bottiglia lasciato cadere nel mare. I sognatori diventano un nome e cognome con un numero identificativo e la loro «petizione», la proposta per cambiare una cosa piccola o grande di un Italia che evidentemente amano molto, viene stampata dalla Camera dei deputati.
È un diritto che chiunque può esercitare, ai sensi dell'articolo 50 della Costituzione e dell'articolo numero 33 del regolamento della Camera, anche se è un diritto molto poco conosciuto. E nemmeno molto ascoltato da chi legifera. L'elenco conta per ora, da inizio legislatura, 1.291 petizioni, tutte stampate in ordine cronologico, dal 2008 a oggi. Solo quattro sono state abbinate a un progetto di legge. Solitamente le petizioni vengono lette frettolosamente a inizio seduta e poi sono assegnate alle commissioni di riferimento...
Leggere uno per uno questi messaggi lanciati al palazzo indica davvero la direzione del vento, i desideri degli italiani.
Certo bisogna far attenzione a qualche piccolo Cossiga delle petizioni, persone cioè che amano scrivere e scrivere, come il signor Fabio Ratto Trabucco, da Chiavari (Genova), che in due settimane ha presentato la bellezza di 81 proposte di legge. Questi legiferatori di sogni desiderano che la corruzione sia debellata, che non ci siano più disparità nelle pensioni, che si presti attenzione ad alcune patologie che costituiscono un handicap per le persone. Si propone il controllo satellitare dei rifiuti della Campania, l’istituzione di un giornale pubblico, la creazione della giornata della pacificazione nazionale, la valorizzazione dei talenti con una «banca delle idee», più luoghi pubblici per incontrarsi.
Insomma, nelle proposte di legge dei «governati» si trova spesso l’ambizione di un Paese più sensibile, e addirittura si intravede la volontà che il potere sia più nelle mani del popolo. C’è anche chi propone una assemblea permanente che affianchi Camera e Senato. Si scopre anche che quest’Italia sognatrice non porta con sé grandi tracce di antiberlusconismo. La petizione numero 16 chiede «un riordino del sistema radiotelevisivo che limiti il numero massimo di emittenti di proprietà di un privato», che non sarebbe altro che la legge sul conflitto d’interessi.
La disillusione nei confronti della classe politica è molto presente.
Il 27 maggio del 2008 sono state presentate ben due proposte di legge per la riduzione dell’indennità dei parlamentari. Al di là delle petizioni più generiche, la lista delle proposte di legge popolari è anche una miniera di idee, oltre che di desideri. Ne pubblichiamo un elenco parziale.