Da Mosul al Kurdistan. La Frontline Academy del Giornale sui campi di battaglia della guerra al Califfato. Il video realizzato dai giovani aspiranti giornalisti
Da Mosul al Kurdistan. La Frontline Academy del Giornale sui campi di battaglia della guerra al Califfato. Il video realizzato dai giovani aspiranti giornalisti
Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, con il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, al lavoro in Mauritania, Senegal e Niger per costruire e garantire la stabilità dell'Africa subsahariana. Roma si propone come "portavoce" in Europa e in tutto l'Occidente
La Missione italiana di supporto in Niger (Misin) è ben radicata con circa 350 militari che la rendono la maggiore missione bilaterale italiana all'estero e che portano avanti compiti di addestramento delle forze nigerine proprio per rafforzarne le capacità di contrasto alle crescenti minacce della sicurezza nel Paese. I numeri infatti parlano chiaro: solo nel 2024 gli attacchi jihadisti sono passati da 62 a 101 con le vittime quasi raddoppiate. E nel primo semestre 2025 si contano già quasi 950 morti in 472 episodi di violenza.
"Oggi sottoscriverò due accordi di cooperazione in Senegal". Lo ha annunciato da Dakar il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, facendo riferimento a un memorandum antidroga e a un accordo sulla sicurezza in materia di terrorismo e migrazione. "Sono semi che vanno diffusi per fare in modo che queste collaborazioni producano poi gli effetti che stiamo già vedendo a proposito di temi come il contrasto all'immigrazione irregolare", ha spiegato, parlando di "una cornice di collaborazione sui temi della sicurezza e una cooperazione basata su uno scambio di informazioni reciproche, operatività congiunta, anche formazione che ci viene molto richiesta". Piantedosi ha sottolineato che le forze di polizia italiane "hanno da insegnare sia per quella che è l'esperienza acquisita negli anni, ma anche come metodologia che è molto riconosciuta e molto ambita da parte dei Paesi africani". Ciò che le rende richieste è il "fatto che l'Italia tratta questi fenomeni in maniera molto più conciliante con le esigenze dei Paesi con cui collabora". Un "approccio" che "caratterizza un po' tutte le forme di collaborazione, anche in materia di polizia, che è molto ambito perché privilegia mettersi sullo stesso piano" nella "tutela di interessi comuni".
Il ministro degli esteri Tajani: "L'Italia vuole essere sempre più presente nel continente africano, lo spirito del viaggio in Mauritania, in Senegal e in Niger è proprio questo per svolgere un ruolo sempre più importante dell'Italia in Africa basato sul piano Mattei, ma su anche su tante altre iniziative di cooperazione".
"Dal punto di vista dei temi della cooperazione di polizia, abbiamo rilanciato la disponibilità ad ogni forma di collaborazione secondo quella che è la specificità italiana, di condividere i problemi con questi Paesi". Lo ha detto il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi dopo l'incontro con il premier e i ministri degli Esteri e dell'Interno nigerini a Niamey. "Abbiamo offerto una collaborazione che possa partire dall'attivazione di tavoli di confronto diretto tra le strutture di polizia e ci è stato molto richiesto il rafforzamento della formazione anche per il personale della polizia presente qui in Niger. Abbiamo offerto anche ospitalità nelle nostre scuole di polizia in Italia, quindi credo che si sono creati i presupposti per un rafforzamento della collaborazione che è già molto attiva", ha sottolineato.
La bandiera di combattimento sventola a poppa di nave Trieste, l’unità d’assalto anfibio della Marina militare italiana, consegnata nel capoluogo giuliano in un giorno simbolico, il 26 ottobre, 71 anni dopo il ritorno della città all’Italia dilaniata dalla seconda guerra mondiale. La cerimonia a bordo della più grande unità mai varata dalla Marina è stata toccante e densa di significato e valori. “La bandiera di guerra non è un titolo onorifico - ha detto davanti ai reparti schierati nel ventre della nave il ministro della Difesa, Guido Crosetto - E’ una responsabilità. In quella bandiera c’è scritto il vostro dovere, l’impegno a difendere il paese. Dietro quella bandiera ci sono le persone che sono morte per la patria, che sono rimaste ferite. Ma ci sono anche quelle che non sono nate, alle quali dobbiamo consegnare un mondo migliore. Ci sono le vostre e nostre famiglie, c’è tutto in quella bandiera”. Il Tricolore di combattimento è stato consegnato dal sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, alla presenza della madrina d’eccezione della nave, Laura Mattarella, figlia del Presidente della Repubblica.
Chiese, parrocchie e cerimonie nel mirino. Boom di attacchi di ebrei ultra-ortodossi. Solo nel 2024 registrate 111 aggressioni
Al via la prima udienza del processo con la pesante accusa di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina” e l’aggravante dello “scopo di lucro"