Politica

Torna pure Walter con il suo film vietato a diabetici

Torna pure Walter con il suo film vietato a diabetici

Chissà se C'è tempo, il film di «Uolter» Veltroni che debutterà, giovedì, nelle sale italiane, rappresenti anche una sorta di manifesto del nuovo corso del segretario Zingaretti. Perché, se così fosse, saremmo ancora pervicacemente aggrappati a quella sorta di visione, idealmente buonista, ma un po' fine a se stessa, tipica di una certa Sinistra, che dipinge la vita come se fosse un poetico arcobaleno, non a caso al centro della prima pellicola di finzione del fondatore del Partito Democratico. Il protagonista, infatti, Stefano Fresi, di lavoro fa l'osservatore di arcobaleni, scelta non casuale: «Il tema del film è lo scambio, l'incontro con il diverso ha spiegato il regista-politico-giornalista-scrittore. In fondo, l'arcobaleno simboleggia proprio questo: tanti colori diversi che si compongono e generano meraviglia». Che, a ben vedere, è un passo avanti, ripensando al suo gran rifiuto di coalizzarsi con la Sinistra Arcobaleno, nelle elezioni politiche, da lui poi perse, nel 2008. «Il pericolo oggi, nel nostro Paese, non è l'eccesso di buoni sentimenti, ma l'eccesso opposto», ha sentenziato Veltroni. La trama è il viaggio in macchina di un immaturo quarantenne con il suo fratellastro tredicenne (più grande della sua età), al quale dovrà fare da tutore, in cambio di un lascito; si uniranno una cantante in tour e la figlia. In pratica, parafrasando un film con Zalone, è una sorta di «Arcobaleno a Catinelle», in versione zuccherosa.

Con tanti omaggi a chi gli ha fatto amare e «divorare» il cinema fin da bambino, anche se, viste certe inquadrature, in particolare i primi piani girati dal Veltroni regista, verrebbe da dire, un po' troppo distrattamente.

Commenti