Addio Sirenetta, le favole diventano partigiane

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Paola Balsomini

Una volta c’erano la Sirenetta, la Bella Addormentata nel Bosco, Biancaneve e i Sette Nani. Tempi passati, di vecchie favole che adesso non esistono più. O meglio esistono ma qualcuno ha preferito chiuderle in un cassetto. E pazienza se piacevano tanto ai più piccini, se facevano la felicità dei bimbi che con la cara, dimenticata, favola riuscivano ad addormentarsi cullati da immagini fiabesche. Storie antiche, decisamente in disuso, visto che adesso, nell’epoca del terzo millennio, agli under 10 si comincia a parlare di Salò, dei nazisti che trucidavano i civili. Non se ne discute in un convegno e nemmeno durante un dibattito di storia, se ne parla invece al premio «Andersen» di Sestri Levante, che ieri ha inaugurato l’edizione del Festival 2005.
Si è partito dal tradizionale corteo dei bambini, si è passato, alle ore 17, ai «Burattini sull’acqua di Hanoi» e si è finito, alle ore 19 alla Baia del Silenzio, con l’iniziativa collaterale dedicata a «La storia e la memoria».

Niente di strano, se non fosse che i più piccoli accorsi da tutta Italia per una scorpacciata di favole, si sono trovati ad ascoltare un monologo di Daniele Biacchessi, regista e interprete di teatro, che «Riannoda il lungo filo nero che conduce dalle stragi nazifasciste del ’44-’45 alle oscure vicende italiane degli anni Sessanta, Settanta e Ottanta». Il monologo è (...)

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