Allarme sangue, milanesi in coda al Policlinico

I milanesi sono in vena. Scattata l'emergenza sangue, i donatori non se lo sono fatti ripetere due volte e si sono messi in coda davanti al policlinico. Ricco l'andirivieni al centro trasfusionale. Evidentemente l'allarme scattato nei giorni subito dopo le feste sta sortendo il suo scopo e Milano, prima città in quanto a donazioni per il terremoto di Amatrice, si conferma solidale anche verso se stessa.

A causa delle influenze natalizie le donazioni erano diminuite di molto, anche del 30 per cento, così l'associazione «Amici dell'ospedale Policlinico e della Mangiagalli Donatori di Sangue», di cui fanno parte 16 mila donatori periodici e 100 volontari, ha lanciato un appello, rivolto in particolare a coloro che appartengono al gruppo 0 e A (positivo e negativo), inviando 1.500 sms, eseguendo più di 300 telefonate al giorno. Anche il rettore della Statale, Gianluca Vago, e il presidente della Fondazione Ca' Grande Policlinico, Marco Giachetti hanno voluto dare un esempio.

Nei giorni scorsi avevano già allungato un braccio il direttore generale e il direttore sanitario dell'Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) di via Sforza, Simona Giroldi e Laura Chiappa. «I donatori aumentano giorno dopo giorno, anche se l'emergenza non è ancora rientrata del tutto, e c'è bisogno del contributo di ogni cittadino. Rivolgiamo ancora l'invito a donare e a coinvolgere tutte le persone che possono dare una mano. Anzi, un braccio» fanno sapere dal Policlinico.

La maggioranza delle persone può donare il sangue, basta seguire alcune semplici precauzioni fattibili per tutti.

È necessario essere in buone condizioni di salute, avere un'età compresa tra 18 e 60 anni - ma potrebbero donarlo anche i bambini - non essere sottoposto a terapia farmacologica, avere pulsazioni comprese tra 50 e 100 battuti al minuto, non aver avuto gravi malattie, pesare minimo 50 chilogrammi.

EG

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