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La ricerca che cambia tutto. Il caffè? Non alza la pressione, la abbassa

Il risultato di uno studio tutto italiano: non solo bere caffè non alza la pressione, ma la abbassa. Ecco i valori di chi ne consuma dalle due alle tre tazzine al giorno

La ricerca che cambia tutto. Il caffè? Non alza la pressione, la abbassa

Arriva il contrordine da parte degli esperti, secondo una recentissima ricerca, infatti, il caffé, bevanda spesso sconsigliata per alcuni suoi effetti sul nostro organismo, non provocherebbe un innalzamento della pressione sanguigna, tutt'altro.

Gli effetti benefici del caffè

A dirlo è un team di studiosi italiani appartenenti all'università di Bologna e all'Irccs Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna - Policlinico di Sant'Orsola. Il gruppo ha da poco pubblicato il risultato della sua ricerca, dal titolo "Self-Reported Coffee Consumption and Central and Peripheral Blood Pressure in the Cohort of the Brisighella Heart Study", sulla rivista Nutrients, e il contenuto dell'articolo è stato davvero una sorpresa.

Per anni il caffé è stato considerato come una bevanda da consumare con parzimonia, proprio per via dei suoi effetti sulla circolazione sanguigna. Lo studio dell’università di Bologna smentisce questo luogo comune, anzi, lo ribalta. Bere due o tre tazzine al giorno di caffè non solo non fa alzare la pressione, ma la abbassa.

Una notizia che renderà sicuramente felici gli amanti della bevanda. Secondo quanto emerso dalle recenti ricerche, coloro che bevono due/tre tazze di caffè hanno la pressione più bassa di quelli che ne consumano solo una, o che non ne bevono affatto.

Cosa è emerso dalle ricerche

Lo studio è stato fatto su un campione di volontari, che sono stati sottoposti ad attenti controlli finalizzati a verificare gli effetti dopo l'assunzione di caffè sulla pressione periferica e centrale. "I risultati che abbiamo ottenuto mostrano che chi beve regolarmente caffè ha una pressione sanguigna significativamente più bassa, sia a livello periferico che a livello centrale, rispetto a chi non ne beve", è stata la spiegazione del professor Arrigo Cicero, docente presso il Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell'università di Bologna, come riportato da Il Resto del Carlino.

Caffè: il re delle bevande italiane

Sono pochi a rifiutare una tazza di caffè, una delle bevande più amate dagli italiani, e non solo. In tutto il mondo si stima che tra il 2020 e il 2021 ne siano stati consumati quasi 10 milioni di tonnellate.

Gli studiosi hanno scoperto che chi ne beve abitualmente ha un rischio minore di sviluppare diabete, malattie cardiache, danni epatici e certe patologie neurodegenerative. Il motivo? Ancora non ci sono risposte precise a questa domanda. Secondo gli esperti, però, il merito di questi effetti non andrebbe alla caffeina.

"Sappiamo che la caffeina può contribuire ad aumentare la pressione sanguigna, ma altri componenti bioattivi nel caffè sembrano controbilanciare questo effetto, con un risultato finale positivo rispetto ai livelli della pressione", ha dichiarato il professor Arrigo Cicero.

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