Gian Battista Bozzo
da Roma
Antonio Fazio è a Francoforte, e dalla Kaiserstrasse - dove si trova la brutta sede della Banca centrale europea - guarda al putiferio che si è scatenato a Roma e Milano dopo larresto di Gianpiero Fiorani. «Sto benissimo, grazie, ma sono un po in ritardo», risponde cortese ai giornalisti che laspettano allingresso dellEurotower. Saluta poi rapidamente Ernst Welteke, lex presidente della banca centrale tedesca che si dimise per aver accettato in regalo un weekend in albergo a Berlino. Chiedono a Welteke se sia al corrente dellarresto di Fiorani. «Chi - domanda il banchiere, di rimando - , quello che ha fatto i regali a Fazio?».
Questo lambiente. Quanto allo stato danimo del governatore, la frase con cui viene definito è quella dordinanza: sereno per aver sempre rispettato la legge. Ma è evidente che la realtà è diversa, Fazio non può che essere preoccupato per levolversi della vicenda Bpi, per quel cerchio che si sta chiudendo intorno a Palazzo Koch, composto da magistrati, industriali di primo piano, politici di vari colori, non pochi banchieri ostili, lossessivo Financial Times, persino dai sindacati di via Nazionale.
Sul fronte giudiziario, lavvocato Franco Coppi, legale del governatore, prepara in queste ore una nuova memoria difensiva che si riferisce allistruzione della pratica con cui la Banca centrale diede, lestate scorsa, il via libera allOpa di Fiorani sullAntonveneta. La consegnerà presto alla procura di Roma che indaga il governatore per abuso dufficio.
A Francoforte, intanto, giungono gli echi degli altri fronti, in particolare di quello romano. Luca di Montezemolo ritorna alla carica con la richiesta di dimissioni. «Mai come nellultimo anno abbiamo visto accrescersi lintreccio tra affari e politica: il livello generale delletica - afferma il presidente della Confindustria - non è più accettabile per un paese come il nostro». Bankitalia ha perso credibilità allestero e al governatore, scrive Montezemolo sul quotidiano degli imprenditori, Il Sole, «non resta che farsi da parte». E allinterno della banca centrale cresce latmosfera di tensione. La massiccia partecipazione allo sciopero dei dipendenti di lunedì scorso viene interpretato da alcuni sindacati, in particolare la Falbi, come un referendum sul governatore.
Potrebbe il governo, approfittando di un momento di particolare debolezza non solo del governatore ma anche di alcuni dei suoi sostenitori in Parlamento, tentare laffondo? Silvio Berlusconi ricorda che «istituzionalmente, il governo non ha alcun potere per mettere fine al mandato del governatore Fazio, quindi è inutile parlarne». Ma il tam tam indica altre strade per indebolire il banchiere centrale. Si dice che, negli emendamenti alla legge sul risparmio che saranno presentati alla Camera dopo lapprovazione della Finanziaria, potrebbe essere inserita la norma che Fazio avversa maggiormente: il trasferimento allautorità Antitrust della vigilanza sulla concorrenza in campo bancario. Se così fosse, Bankitalia uscirebbe a pezzi da questa crisi.
La sottrazione di poteri alla banca centrale in favore dellAntitrust era prevista nella stesura iniziale della legge sul risparmio. Adesso ne sollecitano il ripescaggio sia Montezemolo, sia il presidente dellAntitrust Antonio Catricalà, ma anche Marco Follini. Lex segretario dellUdc invita il governo a porre la questione di fiducia sulla riforma del risparmio, ma su un testo emendato che affidi allAntitrust i poteri in materia di concorrenza bancaria. «Credo che il ministro Tremonti - aggiunge Catricalà - abbia tratto le conseguenze dalla lettura di qualche testo comunitario. Daltra parte, la sua idea originaria era questa, e non credo che abbia cambiato parere».
Il ddl risparmio, annuncia Pier Ferdinando Casini, giungerà martedì 20 nellaula della Camera subito dopo il voto sulla Finanziaria. E Francesco Rutelli attacca: «Fazio aveva detto che loperazione Bpi-Antonveneta era pulita, ora ci deve delle spiegazioni».
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