UNA BATTAGLIA DA COMBATTERE

Così come pensavamo che il sondaggio commissionato dalla Margherita nelle scorse settimane e che dava Marta Vincenzi al 58 per cento dei voti fosse sostanzialmente carta straccia, così riteniamo che quello della Ekma di cui vi abbiamo parlato ieri e che vede Enrico Musso a un’incollatura da Supermarta sia carta straccia anch’esso. Non solo per l’estrema esiguità del campione (500 interviste su oltre 500mila elettori), ma anche perchè non siamo abituati a giudicare gli strumenti a seconda dei risultati che danno.
Su questo Giornale e su queste pagine di Genova e della Liguria si prendono posizioni, anche nette, ma non si usano doppiopesismi nel giudicare le notizie. Magari saremmo più graditi ad alcuni esponenti del centrodestra, abituati a leggere altri giornali, ma non riusciremmo a guardarci allo specchio la mattina. Quindi, se i sondaggi erano carta straccia quando erano devastanti per il centrodestra, sono carta straccia anche ora che sono incoraggianti.
Detto questo, però, dai dati che emergono dallo studio della società Ekma presieduta da Luigi Crespi (certo non sospettabile di simpatie eccessive per la Casa delle libertà, in questo momento), una lettura politica si può fare tranquillamente. Ed è sul fatto che la campagna elettorale per il Comune - e, a maggior ragione quella per la Provincia di Genova - è apertissima. Anzi, per chi si fosse perso il numero di ieri, facciamo il riassunto della puntata precedente: secondo la Ekma, la Vincenzi sarebbe al 52 per cento, mentre Musso al 48; l’Unione al 55 per cento e la Casa delle libertà al 45.
Numeri che non fanno altro che confermare quello che diciamo da settimane: Marta Vincenzi è non solo favorita, ma strafavorita per diventare il prossimo sindaco di Genova. E chi ha già pronto lo champagne in frigo per festeggiare l’elezione di Musso (ho sentito anche questa, sic) sbaglia. Certo, non aiuta Enrico. Perchè, anzichè perdere tempo per comprare lo champagne, dovrebbe spendere fino all’ultimo filo di voce e fino all’ultima goccia di sudore per portare voti al candidato di centrodestra.
Insomma, attenti agli eccessi di entusiamo. Ma attenti anche agli eccessi di depressione. Pensare che la battaglia sia persa sarebbe un errore imperdonabile. Perchè non è assolutamente vero, Musso è in forte recupero e tutti coloro che credono nel suo progetto devono fare il possibile per farlo conoscere. Parafrasando un vecchio slogan, verrebbe da dire che se lo conosci non lo eviti.
Musso tutte queste cose le ha capite, sta facendo una campagna elettorale coraggiosa e valida e ha portato una ventata d’aria nuova nel centrodestra, dando a un popolo intero la speranza di poter essere rappresentato a Genova. E questo è già un risultato notevolissimo. Certo, deve evitare scivoloni come le parole affrettate sulle case del sesso (non per il merito, per il metodo), come la partecipazione alla protesta per la chiusura dei negozi che non rilasciano lo scontrino o come la posizione sull’Aster, che l’ha fatto scavalcare sul versante liberale dalla furbissima Marta Vincenzi. E, sinceramente, per uno che viene dal Pli, essere superato in liberalismo da Marta è una specie di miracolo alla rovescia. Posizioni sbagliate o molto sbagliate come quelle sui panifici chiusi per non aver emesso gli scontrini (contestate persino dai panificatori che non volevano cappelli politici) o sull’Aster non solo non portano un voto (ma ce li vedete i sindacati che votano massicciamente centrodestra?), ma rischiano di farne perdere anche fra chi non ama la demagogia.


Ma, a parte queste sfumature, stiamo parlando di una battaglia apertissima per il Comune di Genova, contro un gigante della politica locale come Marta Vincenzi. E questo, permettetemi, è già un mezzo miracolo. Forza, e arriva anche l’altra metà.

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