Tenera è la notte dello StraMilan e dei milanisti, con le bandiere al vento lungo i viali della metropoli, attraversata come dopo uno dei tanti recenti trionfi per esorcizzare finalmente il tabù Inter, il nervo scoperto accentuato dalla presenza di Leonardo. Tenera e colma di grande affetto, condita da uno stile misurato ed elegante di Silvio Berlusconii e Adriano Galliani che è forse l’espressione migliore dopo quel formidabile 3 a 0 costruito dentro lo stadio. Max Allegri, scorticato vivo fino a qualche giorno prima, è entrato nel ristorante di via Ravizza, il suo covo abituale dopo le partite,accolto dall’applauso di tifosi e avventori che l’hanno atteso e scortato al volo tra pacche sulle spalle, richieste di foto e autografi.
«Sapevo che la sosta ci avrebbe giovato e che certi commenti a noi sfavorevoli avrebbero caricato il gruppo. Adesso prometto di stare sveglio fino alla fine del torneo» la riflessione passata ai suoi amici di Livorno, arrivati per il derby. Persino Cassano, un depresso Fantontonio non proprio felice («ne ho fatta un’altra, mannaggia a me») è riuscito a riscuotere qualche incoraggiamento dai tifosi che di certo non gli ha fatto dimenticare l’amarezza per una squalifica gratuita.
La classe A un paio di chilometri, nel ristorante di Clarence Seedorf, un altro pezzo di Milan, con Silvio Berlusconi e Adriano Galliani, hanno festeggiato il rotondo 3 a 0 del derby e il compleanno dell’olandese che ha vissuto una notte da «professore». Assente allo stadio, il presidente si è rifatto ampiamente e fino alle 4 del mattino ha ascoltato dalla viva voce dei protagonisti e dello stesso Allegri giunto al suo tavolo, tutti i dettagli segreti della grande frustata data al cavallo del campionato. «Adesso ho tre motivi in più per essere contento» la prima battuta seguita da un pronostico prudente, prudentissimo. «Lo scudetto? È vicino sette partite» la sua chiosa da far girare a Milanello. Seguita da una risposta colma di miele per Leonardo l’ingrato che l’accusò d’essere Narciso e non solo. «Voglio bene a Leo, ha dato tanto al Milan e non ho altro che sentimenti affettuosi nei suoi confronti. I tifosi lo hanno contestato? Non tutti sono buoni come me. Mi ha dato del Narciso? È assolutamente vero, sono Narciso» il passaggio di Berlusconi. Una vera lezione di stile. Ripetuta più avanti dinanzi alla domanda sulla relazione tra Pato e sua figlia Barbara («altra domanda, per favore...») e sulla questione Balotelli, accreditato di un futuro in rossonero. «C’è uno stile Milan che non mi sembra sia così vicino a quello di Balotelli, è un bravissimo ragazzo che ogni tanto ha delle distrazioni, si distrae diciamo così» il giudizio che ha il valore di un avvertimento solenne. Deve cambiare testa Mario se non vuole perdere il Milan. L’ultimo pensiero è per Allegri, avvicinato, per caratteristiche calcistiche, al primo Fabio Capello. «Sembra una perfetta fusione dei nostri allenatori vincenti » è la sua benedizione che arriva dritta al cuore del livornese, entrato in sintonia assoluta col Cavaliere.
Le multe Per lo stile del Milan è da ieri in vigore un nuovo precetto, firmato da Adriano Galliani. «Chi si toglie la maglia per festeggiare un gol prenderà una bella multa» è la decisione maturata dopo l’episodio Cassano, seguito a quello di Boateng. Fine del divertimento allora. Così come si può considerare chiuso ogni varco per una partenza di Gattuso verso la Russia. «Rimarrà con noi, non ha il contratto in scadenza» la garanzia del vice-presidente vicario che ha anche fissato a metà maggio la scadenza per i rinnovi. Seedorf si è portato avanti con la prova principesca di sabato notte, gli altri, Van Bommel, Pirlo e Ambrosini possono attendere con fiducia la conclusione del duello tricolore. Piuttosto sarà bene che Robinho ritrovi presto la strada del gol, clamorosamente fallita a Londra e nel derby. «È venuto il momento di timbrare il cartellino» è il commento di Galliani prima di chiudere la questione Leonardo con l’ultima frase. «Io capisco i tifosi ma non riesco a non voler bene a Leo che è stato con me 13 anni» la fine del contenzioso. Anche Gattuso, che qualcosa di poco gradevole a Leonardo in panchina, aveva spedito dopo il primo squillo di Pato, ha ricucito lo strappo con Cordoba e Milito all’intervallo.
Da soli Pato e Barbara Berlusconi hanno cenato in un terzo ristorante, all’uscita sono stati filmati e seguiti fino all’abitazione dell’attaccante brasiliano, passato sotto la tribuna d’onore per lanciare la sua dedica personale. L’altra, quella pubblica, ripetuta più volte ha raggiunto il popolo dei milanisti. «In particolare quelli che sono arrivati allo stadio negli ultimi anni, quando non abbiamo vinto granché » la sua frase.
Impreziosita da delicate espressioni per Ibrahimovic («con lui saremo più forti») e per Leonardo («l’ho salutato, non abbiamo parlato del derby») e dai consigli per lo scudetto. «Dobbiamo lavorare sodo per sette partite» la sua idea. Il meglio, per il Milan e per Pato, deve ancora venire.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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