Burlando & C «governano» anche dal Tg3

Burlando & C «governano» anche dal Tg3

(...) dove si realizza un effettivo equilibrio tra la Casa delle Libertà e il centrosinistra è proprio il Veneto, dove la maggioranza di centrodestra raggiunge il 38,5 per cento del tempo e l’Unione è pur sempre di poco superiore, ma al 38,8», spiega Landolfi. In questo caso - dunque - non sembra valere il principio in base al quale chi è al governo ha più cose da dire.
Ma vediamo il dettaglio. La ricerca - effettuata tra il 1° e il 31 gennaio - presenta una distinzione tra il tempi complessivamente dedicato (con notizie che riguardano attività di questo o quel gruppo o schieramento), e tempo gestito direttamente in cui l’esponente politico è in video con il volto o anche con la voce. In 142 minuti di trasmissione complessiva la Casa della Libertà ha avuto in Liguria il 5,3 per cento dedicato e solo il 3,6 di questo gestito direttamente. L’Unione, invece, ha ottenuto il 23 per cento del tempo e l’11,1 per cento gestito direttamente. Tra i singoli partiti dei due schieramenti Forza Italia fa la parte del leone (si fa per dire, viste le quote) nel centrodestra, con il 9, 1 per cento dedicato che sale al 9,3 per cento se si considera il tempo gestito direttamente. Alleanza Nazionale è all’1,4 e l’1,5, la Lega Nord all’1,2 e 1.
Diverso il discorso se si cambia schieramento con i Ds al 27,6 e 29,6, l’Ulivo all’11,6 e 14,5 e la Margherita 11,9 e 8,1.
«Anche se le modalità di rilevazione riguardano un solo mese e vanno probabilmente affinate - spiega Landolfi -, bene ha fatto la commissione di vigilanza ad estendere il monitoraggio anche ai Tg regionali. Ora la Rai ha la possibilità di intervenire al fine di ripristinare una più corretta ed equilibrata informazione ed un effettivo pluralismo politico». Vale la pena anche di considerare il tempo dedicato alle singole persone naturalmente considerando il ruolo istituzionale. Al presidente della Regione, Claudio Burlando, è stato dedicato il 13 per cento del tempo e nel 9,3 per cento del tempo i telespettatori hanno potuto vederlo e ascoltarlo direttamente. Tempi alti anche per gli assessori della giunta regionale che hanno un 23,4 per cento di presenza in video. I consiglieri regionali hanno ottenuto una presenza dell’11,4 per cento che è diventato il 10,1 considerando la presenza diretta. Fanalino di coda le Province, i cui presidenti si sono visti in video soltanto nel 5,9 per cento del tempo, mentre sia gli assessori sia i consiglieri provinciali non si sono proprio mai né visti, né si è sentito parlare di loro.
La parte più consistente è dei sindaci che ottengono il 27,9 per cento che diventa il 28,8 per cento di tempo gestito direttamente. Ma il dato significativo riguarda il calcolo della presenza di soggetti istituzionali: quelli che fanno capo ai Ds hanno conquistato il 39 per cento del tempo dall’informazione regionale ligure.
Ma cosa ne pensano i giornalisti genovesi della Rai, autori dei servizi e ideatori della scaletta dei tg? Prendono atto dell’indagine come strumento che può anche servire a migliorarsi. Ma fanno anche notare come sia difficile, in una regione politicamente a sinistra come la nostra, non parlare della sinistra quando si parla di vita amministrativa regionale. «Quando si presenta un servizio sui ticket sanitari, o sui bus, o su ogni argomento che riguarda la gente, questo tempo passa in quota al partito che guida l’amministrazione in quel momento», spiegano. Magari, aggiungono, sarebbe interessante guardare i dati ai tempi della giunta Biasotti.

E poi, anche quando un Ds doc, come il parlamentare Aleandro Longhi, lascia polemicamente il suo partito e si sfoga a tutto campo, il tempo a lui dedicato passa in «quota» Ds. Allora che fare? Su un dato tutti sono d’accordo: se regole devono esserci che regole ci siano. Ma intelligenti.

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