Caro luce in Campania. Lazio, telefoni da record

L'analisi delle utenze delle Regioni: stessi servizi ma spese diverse. A volte fuori controllo

Caro luce in Campania. Lazio, telefoni da record

L'acqua, l'energia, il gas, sono gli stessi. Le attività si assomigliano tutte: gestire un territorio e i suoi cittadini. Eppure ogni Regione è un mondo. Un universo di spesa differente. La Campania ha pagato l'energia elettrica per il funzionamento degli uffici nel 2017 più del decuplo della Lombardia: 60 milioni 685mila euro, oltre mille euro per dipendente al mese. Il Lazio spende due milioni e mezzo di euro di acqua, undici volte più della Campania, 550 euro per impiegato ogni anno. La Puglia è una Regione di telefonisti: 2 milioni 612mila euro di bollette tra fissi e mobili, 82 euro al mese per impiegato. Anche negli uffici regionali del Piemonte si telefona tantissimo: l'ente guidato da Sergio Chiamparino ha accumulato un milione e ottocentomila euro di uscite, 560 euro l'anno a dipendente, anche se nel 2018 si è riusciti a dimezzarle. Nelle regioni Liguria, Abruzzo e Basilicata si fa un gran consumo di gas: l'Abruzzo riscalda o cucina nei suoi uffici più dell'Emilia Romagna, ma ha un terzo degli abitanti da amministrare, in Basilicata il gas delle sedi costa 157 euro l'anno a dipendente. Alla Regione Molise si telefona quasi come nei palazzi regionali del Veneto, ma i cittadini sono sedici volte di meno e i dipendenti un quinto.

È un'Italia a venti velocità, di bollette pazze e incongruenze, quella che la Fondazione Gazzetta amministrativa della Repubblica (Gari) ha analizzato. La Fondazione ha preso in esame tutti i dati di spesa che le Regioni trasmettono a Siope, il sistema informativo nato dalla collaborazione tra Banca d'Italia, Ragioneria dello Stato e Istat. Nel corso degli anni, Siope è diventato il grande occhio dei bilanci pubblici, anche se, come viene spiegato al Giornale dai tecnici che lo gestiscono, non tutte le amministrazioni rispettano le indicazioni su come trasmettere le cifre, contenute nel «glossario». E così le differenze di ingigantiscono: l'essere più spendaccioni si mescola con un invio non corretto. L'Italia delle Regioni diventa una galassia di paradossi, la trasparenza un codice da decriptare.

Oggi partiamo con l'esame delle bollette delle sedi regionali: gas, acqua, elettricità, telefonia fissa e mobile. La classificazione della Fondazione Gari è stata svolta attraverso il progetto Pitagora. L'algoritmo ha filtrato i dati tenendo proprio conto delle anomalie nei bilanci inviati dalle Regioni: alcune hanno per esempio «caricato» società partecipate. Non sempre, però, queste «contaminazioni» giustificano numeri fuori controllo, sottolinea il presidente di Gari, Enrico Michetti. Calcolando la spesa generale di tutte le regioni, Pitagora ha creato una regione virtuale media, a cui vengono assegnati estensione e numero di Comuni uguali a quelli della Regione da analizzare. Lo scarto della Regione in esame dalla sua gemella virtuale determina una classificazione per colori, da verde a nero, e per lettere, in cui il massimo è la tripla A, il minimo la B. In questa valutazione non sono state inserite alcune Regioni a statuto speciale per una diversa gestione della sanità. La tripla A sulle bollette è assegnata a Lombardia e Veneto. Seguono Emilia Romagna e Marche. Agli ultimi posti Lazio e Molise.

Il dato della Campania è completamente distorto dall'energia elettrica. La Regione governata da Vincenzo De Luca ottiene la tripla A su tutte le utenze, ma crolla sull'elettricità: oltre 60 milioni di euro, mille a dipendente al mese, quasi come un doppio stipendio. Nel 2018 la spesa è scesa a 39 milioni, comunque sei volte più alta della regione più «elettrica», la Sicilia: «Io liquido fatture che fanno riferimento al consumo di energia nelle stanze dei colleghi», spiega al Giornale Vincenza Bozzaotra, responsabile della direzione generale Risorse Strumentali della Campania, «con un bilancio di due milioni di euro. Come si arriva a 39 o 60 milioni? Anche altre direzioni regionali pagano elettricità, per esempio l' Ambiente, che ha la gestione delle centrali idroelettriche». La Campania potrebbe aver accumulato sulla voce bollette elettriche spese che doveva separare. Lazio e Puglia non hanno fornito per ora risposte alle nostre richieste sulle anomalie di acqua e telefoni.

«L'intento dell'analisi non è ispettivo - chiarisce Michetti - ma pienamente collaborativo. I marcatori negativi segnalano una potenziale anomalia indicando automaticamente, attraverso l'applicativo giuridico economico, anche gli eventuali rimedi».

La Sicilia è riuscita a dimezzare nel 2018 le spese di telefonia fissa.

Lo stesso vale per il Piemonte la Calabria, e in parte per il Lazio, che però aumenta le uscite per l'energia elettrica a quasi 5 milioni. In Puglia è successo l'opposto: il costo degli apparecchi fissi, che già superava i 2 milioni di euro, si è impennato a 2 milioni 856mila.

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