(...) lha fatta da protagonista, con un vasetto di pesto di Prà portato in dono al Pontefice. E con il convegno sul cardinale Giuseppe Siri come ordine del giorno conviviale. Bertone ha incassato i complimenti del Papa sullevento che ha riportato Genova agli anni di una Chiesa forte, che dettava i tempi alla politica e alleconomia e di un cardinale che bacchettava Romano Prodi per salvare i cantieri navali di Sestri Ponente, messi a rischio proprio dalle scelte delleconomista delle partecipazioni statali. Un convegno importante, del quale si è detto e scritto molto. Larcivescovo non si è perso una riga di tutti gli articoli sullargomento e ha fatto esplicito riferimento al dibattito aperto dal Giornale, anche per replicare allintervento di Peppino Orlando, pubblicato proprio ieri: «Ho letto un articolo di critica al convegno - ha osservato -. Critiche provenienti da persone che cercano la pagliuzza negli occhi dellavversario...» Ma anche critiche che hanno anche suscitato lattenzione dellarcivescovo.
La sua visita in Regione verrà però anche ricordata per il giallo della mostra «censurata». E questo è un aspetto del quale lo stesso Bertone neppure ha avuto sentore. Anche perché al suo passaggio dallingresso principale di piazza De Ferrari, tutto era già andato «a posto». O meglio, erano andati al «posto giusto» i quadri potenzialmente scomodi. Il mistero nasce da una mostra di pittura allestita nello spazio espositivo del piano terreno ad opera di Augusto Casarino, dipendente regionale e pittore. Proprio nello stesso giorno in cui il cardinale doveva rendere visita al consiglio e alla giunta, era prevista linaugurazione della mostra, con tanto di intervento dellassessore alla Cultura Fabio Morchio. Al momento del taglio del nastro però è stato notato che dalla stanza erano sparite tre o quattro opere, le uniche raffiguranti donne in abiti succinti.
«Ho presentato uninterpellanza allassessore Morchio per capire se si sia trattato di un atto di bigotta censura nei confronti di forme di espressione culturale e artistica, assolutamente non stridenti con il comune senso del pudore», tuona il capogruppo di An Gianni Plinio, cui non sfugge la strana coincidenza dellarrivo del cardinale in Regione, che avrebbe scatenato leccessivo zelo di qualche amministratore regionale. Di certo non dellassessore Morchio, che si schiera subito col «nemico» e assicura: «Come ovvio, non sono stato io a far spostare quelle opere. Arte e scienza non devono rischiare censura di sorta - spiega promettendo unindagine -. Sarà stato qualche altro bacchettone, uno dei tanti che ci sono qui dentro, e per questo non sarà facile individuarlo. Comunque cercherà subito di capire cosa sia accaduto. Non credo poi che quelle opere potessero urtare la sensibilità del cardinale. In moltissime chiese ci sono statue e quadri con nudi ben più evidenti, ma larte è arte».
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