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Contini «sposa» Mitoraj con l'Arsenale di Venezia

Esposte cinque sculture fino a domenica. Il ceo Stefano Contini: «Opere oltre il tempo, che avvicinano al bello»

Valter Pagliarulo

«Il sindaco Brugnaro è stato il primo a comprendere la necessità di valorizzare il terzo polo storico-culturale di Venezia». Stefano Contini, fondatore e Ceo delle Galleria d'Arte Contini, presenta così il primo Salone nautico di Venezia in programma fino a domenica prossima. «Dopo Rialto, importante per il commercio, e San Marco, con il suo profilo politico e finanziario - prosegue ora è finalmente giunto il momento dell'Arsenale e del suo passato militare che un tempo vedeva 50mila persone lavorare alacremente per costruire una galea al giorno».

Il Salone nautico, spiega Contini, «darà grandissima visibilità a questa parte di Venezia meno conosciuta e sono convinto che promuoverà ulteriormente il turismo d'élite perché avrà grande successo». Secondo il Ceo, «si tratta di un matrimonio tra l'arte dell'Arsenale e l'arte della nautica nel contesto dell'esposizione». Ed è proprio questa la cornice nella quale la Galleria Contini hanno inserito cinque sculture di Igor Mitoraj a fare da suggello al connubio arte-nautica. Mitoraj, infatti, è stato uno dei grandi maestri che con la sua ricerca artistica ha saputo riportare l'attenzione sul valore dell'antichità. «La sua poetica fa rivivere il fascino dell'arte classica seppur rinnovata da uno sguardo contemporaneo capace di creare un'empatia unica con lo spettatore», sottolinea Contini rimarcando come «il delicato equilibrio dei volumi e lo studio delle forme del passato siano resi attuali nella sua produzione da una rivisitazione intima di quella tradizione che appartiene alla storia personale e collettiva dell'intera cultura occidentale».

Commette un errore chi pensa all'esposizione di Mitoraj come a una giustapposizione rispetto alla tecnologia della nautica. Stefano Contini, a questo proposito, ribadisce come l'esperienza sia da viversi come un unicum. «Oggi precisa il fashion sposa l'arte, l'oreficeria sposa l'arte, dunque anche la nautica, come parte della nostra tradizione storica ed economica, non può non guardare all'arte».

In quest'ottica i riferimenti alla mitologia e a tutta la classicità, temi centrali della produzione di Mitoraj, si coniugano con l'ecosistema del Salone. Opere come Dedalo e Icaro Caduto, solo per citare alcune di quelle che saranno esposte, sono portatrici di un significato che va ben oltre la loro presenza fisica, tale da superare il tempo e rimandare all'eternità. Dedalo e Icaro, padre e figlio, potrebbero anche essere presi come metafora del lavoro dell'artista poiché il primo è l'emblema dell'eccellenza artistica in quanto primo artista di cui sia mai stato tramandato il nome, mentre il secondo è il simbolo imperituro della libertà da raggiungere al costo della vita.

«Il Salone chiosa Contini diventa così un'occasione di godimento dell'arte come abbellimento delle nostre vite e del nostro tempo». Con Mitoraj, quindi, la manifestazione si trasforma in un'esperienza sinestetica che trascende il «qui e ora» dello spettatore o del partecipante, avvicinandolo al bello in tutte le sue declinazioni. La rivisitazione dei miti attraverso corpi e volti frammentati in pose cristallizzate nel tempo, «codice genetico» del surrealismo visionario e creativo di Mitoraj è capace di estrinsecarsi indipendentemente dal contesto. Nelle sue sculture, infatti, si possono riconoscere veri e propri eroi moderni, con la straordinaria dote di creare un legame tra passato e presente pur proiettandosi oltre, verso il futuro. Le sculture monumentali che si potranno ammirare all'Arsenale di Venezia si fanno portavoce delle riflessioni dell'artista sullo scorrere del tempo portando contemporaneamente a riflettere sulla permanenza della natura umana.

In occasione, quindi, del Salone nautico di Venezia, grazie alla collaborazione della Galleria d'Arte Contini e dell'Atelier Mitoraj di Pietrasanta, eccellenze dell'arte e dell'ingegneria navale saranno poste in dialogo rendendo l'evento assolutamente esclusivo.

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