Croci, assessore con la valigia paga Ecopass e strisce blu

È stato chiesto un politico, non un tecnico. Qualcuno, in poche parole, che sia in grado di prendere decisioni che piacciano agli elettori. Che non dia troppo spazio a biciclette e isole pedonali, che non abbia la pretesa di regolare il carico e lo scarico delle merci, mettendo così alle strette i commercianti. E che contemporaneamente si occupi di cose spicciole e concrete, come ostacolare il parcheggio selvaggio, tanto di moda a Milano, che tiene in ostaggio traffico privato e soprattutto i mezzi pubblici. Temi delicatissimi che presuppongono una certa dose di sensibilità politica, capacità di ascolto degli umori della città e una predisposizione alla diplomazia. È questo l’identikit tratteggiato dal colonnello di An, Ignazio La Russa lunedì durante l’incontro sulla moschea, con conseguente richiesta di togliere all’assessore a Mobilità, Trasporti e Ambiente, la delega al Traffico. Per trasferirla a uno dei suoi. Una richiesta cui il sindaco Moratti ha aperto più di uno spiraglio: «Ci stiamo lavorando». E dire che fino a qualche tempo fa - la «testa» di Croci è già stata chiesta più di una volta nella storia dell’era Moratti - lo avrebbe difeso a spada tratta. Tra i suoi colleghi c’è chi si dichiara pronto: «Credo che associare traffico e salute sarebbe opportuno - suggerisce l’assessore alla Salute Gianpaolo Landi di Chiavenna - proprio perché Ecopass è un provvedimento che va verso la qualificazione delle politiche ambientali e salutistiche».
Non è piaciuto il pasticcio delle strisce blu in viale Monza, disegnate orizzontalmente e non a lisca di pesce, causando una drastica diminuzione dei posti auto, senza dare nessun tipo di informazione ai cittadini. Croci, vicedirettore dello Iefe Bocconi, docente di economia e diritto internazionale dell’Ambiente al Master in economia e management ambientale della Bocconi e di Istituzioni dell’Economia a scienze umane dell’ambiente, del territorio e del paesaggio, un master alla New York University e tre lingue straniere in curriculum, forse non ha proprio il profilo del politico. E se non piace ai cittadini, piace molto alle associazioni come il Fai e Italia Nostra che ieri in un comunicato congiunto hanno espresso la loro «solidarietà e apprezzamento nei confronti dell’assessore Croci che in questi anni ha cercato, pur tra mille difficoltà politiche, di condurre una coerente politica ambientale in materia di traffico privato e incentivazione di pedoni e biciclette. In particolare apprezziamo quanto fatto con l’Ecopass, misura ancora insufficiente ma che sembra andare nella giusta direzione per governare il traffico privato nel centro cittadino, assediato dalla automobili». Ecopass, già. Il padre del ticket antismog, che non pochi problemi ha creato alla sua attivazione tra segnaletica incomprensibile e cervello elettronico in palla, non aveva fatto certo mistero di essere favorevole ad ampliarlo. Un possibile allargamento dell’area o un’estensione delle classi di veicoli che avrebbero pagato il pedaggio. Una misura più da amante dell’ambiente che da accorto politico, costretto a fare i conti con la tornata elettorale delle regionali prima e delle comunali poi (2011). Anche quello che in un primo momento avrebbe dovuto essere un sondaggio o addirittura un referendum popolare su Ecopass, come chiedeva la Lega, ovvero una fase di ascolto della cittadinanza, sotto la pressione dei partiti è diventata una consultazione telefonica a campione.


In attesa del vertice la Russa-Moratti previsto per venerdì a casa del sindaco, Croci partecipa al convegno sulla mobilità pedonale, in cui spiegava pregi delle isole pedonali, incurante della dichiarazione di guerra che i residenti e delle diverse zone gli hanno giurato da qualche anno a questa parte. «Ben venga ogni interessamento per migliorare il traffico a Milano - afferma Croci - purché sia finalizzato a rafforzare e non a smontare le politiche intraprese e che hanno già dato risultati positivi».

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