Raddoppiano i rifiuti spediti all'estero dalla Capitale

L'emergenza rifiuti continua: manca spazio e disponibilità e i costi crescono sempre di più. Ama costretta a inviare 200 tonnellate all'anno verso i termovalorizzatori dell'Europa del Nord

Raddoppiano i rifiuti spediti all'estero dalla Capitale

I rifiuti prodotti nella Capitale non faranno rotta solo verso Austria, Olanda e Germania. A causa della grande mole di cui doversi disfare, infatti, Ama sarà obbligata a moltiplicare i viaggi verso gli inceneritori del nord Europa, includendo anche quelli di Danimarca, Finlandia e Norvegia.

La situazione

Inizialmente si era prospettata la necessità di spedire aldilà dei confini nazionali "solo" 80mila tonnellate all'anno di rifiuti. Una quantità salita fino a oltre 200mila tonnellate (corrispondenti al 20% dell'indifferenziata prodotta a Roma) per la difficoltà a reperire spazio negli impianti del Lazio. Secondo quanto riferito da Il Messaggero, dal prossimo mese i bacini di Viterbo e Albano Laziale potrebbero già aver raggiunto la capienza massima. L'incombenza delle Regionali, inoltre, non ha fatto altro che creare un ulteriore ritardo nella realizzazione degli interventi necessari ad ampliare la disponibilità di stoccaggio, come il via libera a Magliano Romano (tutto bloccato da una sentenza del Tar), quello al quinto invaso di Roccasecca o l'ampliamento di Viterbo. Con scarso spazio nelle discariche la gestione dei rifiuti è pressoché impossibile, nè giova appoggiarsi a impianti siti in altre regioni italiane: la disponibilità resta scarsa, e più questa decresce e più le tariffe richieste ad Ama si incrementano.

L'emergenza

Con l'arrivo a gennaio di una delegazione del Bureau international des Expositions, che dovrà valutare se Roma sia in grado o meno di ospitare l'Expo 2030, e la prossima apertura di numerosi cantieri connessi al Giubileo 2025, l'allarme rifiuti per le strade della Capitale risuona ancora più forte. Senza considerare il fatto che sempre più turisti delusi postano foto sui social per documentare tale degrado.

Trovatasi alle strette, quindi, Ama si è vista obbligata a rivolgersi all'estero. E questo, come accennato pocanzi, anche perché i costi non differiscono in modo sostanziale da quelli previsti per l'invio dei rifiuti in altre regioni italiane. Spedire una tonnellata di "indifferenziato" in Italia costa circa 170 euro contro i 180-200 previsti per l'invio all'estero: in quest'ultimo caso, tuttavia, deve obbligatoriamente essere effettuato il passaggio intermedio nei tritovagliatori prima della combustione.

Nel 2021 Ama era riuscita a trovare un accordo economico, grazie all'appogglio di InvItalia, per liberarsi complessivamente di 80mila tonnellate di rifiuti all'anno. Una quantità non più sufficiente, che ha spinto la partecipata del Comune di Roma a salire fino a quota 200mila tonnellate, bussando alle porte di Danimarca, Finlandia e Norvegia.

Per far fronte a questa situazione, Ama ha chiesto di poter ottenere aree di stoccaggio con presse a Rocca Cencia, in via Romagnoli e a Ponte Malnome. L'obiettivo è quello di ottimizzare l'invio dei rifiuti in nord Europa per almeno tre anni, nell'attesa della realizzazione del termovalorizzatore, il cui bando è atteso a fine mese.

Frattanto il Comune ha respinto la richiesta di supporto di Egiovi per rimettere in funzione il Tmb2 di Malagrotta dopo l'incendio dello scorso giugno: un impianto che si occupava di

lavorare oltre 700 tonnellate di rifiuti al giorno. Il Campidoglio ha risposto picche, replicando che, per le sue caratteristiche, il sito non è più in linea con le prossime strategie dell'amministrazione locale in tale ambito.

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