Cronache

La rapina in villa e le botte: Lanciano ripiomba nell'incubo "belve"

Dieci giorni di prognosi per l'uomo picchiato da due ladri che cercavano la cassaforte nella sua abitazione: 1000 euro il bottino della rapina

La rapina in villa e le botte: Lanciano ripiomba nell'incubo delle "belve"

Rapina violenta a Lanciano, in provincia di Chieti. Due uomini col volto coperto e la mascherina si sono introdotti all'interno di una villa in via Iconicella, nella periferia della città. Misero il bottino del furto, appena mille euro prelevati dalla cassaforte. Come racconta il quotidiano locale il Centro, il 49enne proprietario di casa è stato malmenato e minacciato dai due uomini affinché aprisse la cassetta di sicurezza. In quel momento il proprietario della villa, un uomo di origine campana, si trovava solo all'interno dell'immobile e subito dopo il fatto ha denunciato tutto ai carabinieri. Trasportato in ospedale per le ferite riportate dalle botte ricevute, gli sono stati assegnati 10 giorni di prognosi. La vicenda ha fatto piombare nel terrore la città abruzzese, dove il ricordo delle "belve di Lanciano" è purtroppo ancora vivido.

I due malviventi pare siano riusciti a entrare dalla finestra di un bagno al piano superiore della casa, che a causa del caldo l'uomo aveva deciso di lasciare aperta. Era tarda notte e il proprietario, a quell'ora, stava dormendo in camera da letto. A svegliarlo è stato il rumore dei malviventi che svuotavano i cassetti in cerca di preziosi. A quel punto, il 49enne campano è stato preso a ceffoni dai due ladri finché non ha rivelato la presenza all'interno della villa di una cassaforte, che sotto minaccia è stato costretto ad aprire. All'interno c'erano poco più di 1000 euro, che i due malviventi hanno arruffato prima di lasciare l'abitazione attraverso la porta principale, che gli è stata aperta dal proprietario di casa.

Sul fatto indagano i carabinieri di Lanciano ma quanto accaduto ricorda a molti, fin troppo da vicino, il caso di Carlo Martelli e Niva Bazza, due anziani coniugi riempiti di botte nel 2018 da una banda di rapinatori dell'est Europa, rinominata "belve di Lanciano". Erano alla ricerca di una cassaforte che in quella casa non c'era ma la loro azione è stata violentissima, tanto che i due coniugi sono finiti all'ospedale. Alla donna è stato tagliato anche un lobo dell'orecchio. Alla fine, appurata l'assenza della cassaforte, i ladri si fecero consegnare le carte di credito e i bancomat e andarono a prelevare, mentre i due continuavano a essere sotto minaccia armata. "Sono venuti in casa per macellarci. Se mi avessero legato e mi avessero chiesto, avrebbero ottenuto lo stesso che hanno avuto con la macellazione", disse l'uomo dal suo letto d'ospedale.

Furono sei i colpi effettuati a Lanciano in quel periodo, con modalità molto simili. Dopo un'indagine faticosa, la banda venne individuata in un gruppo di romeni, tutti arrestati mentre tentavano la fuga dall'Italia.

Durante il periodo del processo furono trasferiti in un altro carcere per evitare loro il linciaggio.

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