Coronavirus

Autostrade deserte: 1.500 in cassa integrazione

Nell’ultima settimana il traffico è calato del 56%. Con un picco negativo registrato domenica scorsa. La società ha una trattativa in corso con i sindacati

Autostrade deserte: 1.500 in cassa integrazione

Autostrade deserte. Sembra una canzone di Antonello Venditi ma purtroppo non lo è. Si tratta invece di una delle conseguenza dell’epidemia in atto che sta sconvolgendo non solo la vita degli italiani ma anche delle imprese. Queste devono far fronte ai danni economici che stanno subendo ormai da settimane. E se molte aziende hanno deciso di chiudere e permettere ai propri dipendenti di lavorare in smart-working, un’altra realtà che ne paga le spese è quella delle autostrade, praticamente deserte da giorni.

Autostrade deserte e cassa integrazione

Nel corso dell’ultima settimana il traffico ha subito un calo del 56%. Tanto da costringere Autostrade per l’Italia, che copre più di 3mila chilometri, a ricorrere alla cassa integrazione per circa un terzo del totale dei suoi dipendenti. Stiamo parlando di un numero di 1.500 persone. La società controllata dalla famiglia Benetton (attraverso Atlantia), che gestisce la maggior parte della rete autostradale italiana, ha avviato una trattativa con i sindacati proprio per arrivare a mettere i lavoratori in cassa integrazione per nove settimane, a partire dal 23 marzo. In soli sette giorni il traffico è crollato del 56%, arrivando a toccare il picco massimo la scorsa domenica, 15 marzo, con un -80 per cento.

La difficile trattativa con il governo

Già il momento non era favorevole per la società che, con Atlantia, sta ancora cercando di arrivare a una trattativa con il governo per evitare la revoca della concessione. Chiara conseguenza del crollo del Ponte Morandi di Genova, avvenuto il 14 agosto del 2018 e costato la vita a 43 persone. In ballo ci sono sia la revisione delle tariffe della rete autostradale, sia l’ingresso di altri soci. Come spiegato da Repubblica, se alla fine il governo dovesse pronunciarsi per la revoca della concessione, questa passerebbe momentaneamente all’Anas. Come scritto nell’articolo 35 del decreto Milleproroghe.

La cassa integrazione per 1.500 dipendenti servirebbe quindi a salvaguardare i conti della società. La lettera dovrebbe raggiungere 4.500 lavoratori, ma solo 1.500 sarebbero direttamente coinvolti. La scelta di Autostrade è arrivata in seguito al decreto Cura Italia che permette alle aziende di ricorrere alla cassa integrazione per rispondere alle difficoltà economiche del fatturato.

“Le sospensioni dal lavoro saranno gestite in modo da preservare e garantire la continuità dei presidi di sicurezza dell'intera rete autostradale, sia con riferimento alla viabilità che alla infrastruttura, proseguendo gli interventi manutentivi” ha tenuto a precisare la società.

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