Il bianco e il nero

Il Bianco e il Nero, Natale ai tempi del Covid. Bassetti: "Conte scimmiotta la Merkel", Crisanti: "Meglio stare tutti in casa propria"

Dall'attacco allo shopping alle chiusure natalizie annunciate dal governo: ecco l'opinione di Bassetti e di Crisanti

Il Bianco e il Nero, Natale ai tempi del Covid. Bassetti: "Conte scimmiotta la Merkel", Crisanti: "Meglio stare tutti in casa propria"

Cosa pensa degli assembramenti di questi giorni causati dallo shopping?

Bassetti: "Penso che le persone siano andate lecitamente in giro e questa condanna da parte di alcuni mi pare immotivata. Nessuno faceva niente di male, mi pare che tutti avessero la mascherina e mantenessero il distanziamento, tuttavia questi sarebbero comportamenti da evitare. Più ci comporteremo bene, meno contagi avremo. Peggio ci comporteremo e più contagi avremo. Probabilmente gli italiani non hanno fatto nulla di male però dovrebbero avere un maggiore rispetto di quello che è successo e sta succedendo in Italia e, magari, fare le stesse cose, ma in maniera più ordinata. Non si dovrebbe andare tutti insieme a fare lo shopping. Bisognerebbe cercare in qualche modo di scadenzare gli orari. Che il sabato e la domenica siano in giro così, inevitabilmente, poi, porta a degli assembramenti. Bisogna cercare di spiegare i comportamenti corretti e responsabili che, insieme al vaccino, ci porteranno fuori da questo incubo".

Crisanti: "Non ne penso nulla, è una cosa che abbiamo visto altre volte e se uno dà l'opportunità alle persone e le incoraggia a spendere queste persone poi escono fuori di casa e si creano gli assembramenti, mica si sono dati appuntamento".

Ma in una folla di persone per strada, tutti con le mascherine, si rischia il contagio oppure si è comunque protetti?

Bassetti: "All’aria aperta, con una distanza congrua e la mascherina ben messa non dovrebbe essere un rischio. Il rischio si crea nei luoghi chiusi e nei trasporti, dove si sta in ambienti ristretti. In sé e per sé non dovrebbe essere un rischio nel momento in cui si seguono tutte le misure. È un attimo che il distanziamento possa venire a mancare: un selfie, una sigaretta o un aperitivo… Se si rispettano le misure in maniera assoluta non c’è pericolo, ma quando si sta tante persone insieme si tende ad avere atteggiamenti leggeri e rischiosi".

Crisanti: "Se tutti hanno la mascherina uno è relativamente protetto, protetto non lo è mai al 100%, le occasioni principali per contagiarsi sono quelle di carattere conviviale, quando si mischiano più nuclei familiari".

Nei giorni di festa (25,26, 1) si devono consentire gli spostamenti tra Comuni e come si deve fare il pranzo (o la cena) di Natale?

Bassetti: "Penso che sia ragionevole che se uno vive in un paese di mille anime e ha la mamma o il fratello non vedo quale sia il problema di spostarsi da un comune all’altro anche perché gli spostamenti nei grandi centri urbani sono consentiti. Verrebbero penalizzati solo i piccoli comuni. È chiaro che, però, non deve essere un liberi tutti. Natale si può celebrare, ma il pranzo o la cena deve avvenire tra non più di 8 persone, ma questo dipende molto dalla grandezza della casa. Si deve mantenere il distanziamento quando non si è a tavola e, quando si mangia, si deve cercare in qualche modo di riguardarsi il più possibile. Si devono evitare baci e abbracci, mentre le persone anziane dovrebbero tenere la mascherina Ffp2. Capisco che fa freddo, ma le finestre si possono tenere un pochino aperte perché questo aiuta molto la circolazione d’aria. Questo è un Natale in cui forse è bene usare piatti e bicchieri di plastica piuttosto che il servizio della nonna. Evitare anche buffet e avanzi. Ognuno deve mangiare solo dal proprio piatto".

Crisanti: "Io penso che se non mischi nuclei familiari rimane una cosa normale, se invece li mischi diventa una cosa pericolosa".

Tema scuola. Il 7 gennaio riparte la scuola. Veicolo di infezione reale o il governo darà la colpa al Natale così come la si è data alle ferie al mare?

Bassetti: "La scuola è un elemento moltiplicatore di contagi non tanto in sé e per sé, ma diventa un moltiplicatore nel momento in cui non si è in grado di mettere in sicurezza tutto ciò che gira intorno al mondo della scuola come i trasporti. Se si decide di ripartire, però, poi, non ci si può più interrompere. È meglio aspettare una o due settimane in più che i contagi scendano in modo significativo e non fermarsi più".

Crisanti: "Io penso che all'interno di ogni zona rossa arancione o gialla che sia si dovrebbe aprire un distretto scolastico per capire come procede il contagio e dopo di che casomai aprire le scuole però le apriremo con dei dati alla mano".

È giusto per i giorni festivi che l'Italia diventi tutta zona rossa?

Bassetti: "Ci vuole coerenza. Credo che ci sono alcune aree dell’Italia che non avrebbero probabilmente diventare zone gialle o che i governatori avrebbero già dovuto portare a zone rosse. Sto parlando di alcune aree del Veneto e del Friuli Venezia Giulia e in alcune aree del Lazio. Già nel Dpcm c’era l’idea che potessero diventare rosse. Ora, siccome i contagi non vanno allo stesso modo in tutta Italia, far diventare l’Italia tutta rossa, secondo me, dimostra che non c’è coerenza. Abbiamo deciso di fare l’Italia colorata a seconda di come andava l’Rt e a seconda di come andava i ricoveri in base anche a quei 21 famosi indicatori. Hanno funzionato e, adesso, dopo che per la prima volta abbiamo 8.8 di rapporto di positività e con aree come la Liguria che vanno molto bene, decidiamo di fare tutta l’Italia uguale. Secondo me questo è incoerente rispetto a ciò che è stato fatto fino ad oggi. Credo che ci voglia coerenza nei provvedimenti. Non si può pensare di scimmiottare quel che fanno in Germania. Noi dobbiamo avere la nostra linea che deve essere: su cosa ci basiamo per decidere la zona gialla, arancione e rossa? Sul nostro Rt e i contagi oppure su quello che fanno i tedeschi o su quello che richiedono alcuni governatori? Quei governatori avrebbero già dovuto istituirle le zone rosse perché farle il 24 è tardi, mancano ancora 10 giorni. In quelle aree, come Verona o del Friuli Venezia Giulia o del Lazio necessitavano della zona rossa già una settimana fa.

Crisanti: "Io penso che i giorni di Natale debbano essere una opportunità per contribuire ad abbattere i contagi".

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