Tornerà a febbraio, nuovamente davanti a un gup, il caso legato ai ritardi nei soccorsi di un barcone di migranti siriani affondato l'11 ottobre del 2013 poco dopo le 17 in acque maltesi, a poca distanza da Lampedusa, con oltre 200 sopravvissuti, 26 morti e una stima di 260 dispersi. La Procura di Roma, rappresentata dai pm Santina Lionetti e Sergio Colaiocco, dopo il provvedimento del 13 novembre scorso con cui il giudice Giovanni Giorgianni ha parzialmente respinto la richiesta di archiviazione sollecitando ulteriori approfondimenti su due indagati, ha chiesto il processo per i reati di rifiuto di atti d'ufficio e omicidio colposo di due ufficiali: Leopoldo Manna, comandante responsabile della sala operativa della Guardia Costiera, e Luca Licciardi, comandante della sala operativa della squadra navale della Marina. L'udienza preliminare è fissata al 16 febbraio prossimo davanti al gup Bernadette Nicotra. Nel frattempo, la Procura ha dato incarico alla Guardia di Finanza di svolgere nuovi accertamenti sul conto di Katia Pellegrino, comandante della nave Libra, che quel giorno era la più vicina al luogo del naufragio.
Obiettivo dei pm è verificare se è vero o no che, come hanno riferito il pilota e il copilota dell'aereo maltese che passò sopra l'imbarcazione dei migranti, la Pellegrino ricevette alcune chiamate di intervento senza mai rispondere. Circostanza che il comandante ha negato con forza. Nell'invitare la Procura a formulare l'imputazione coatta per i due ufficiali, il giudice Giorgianni aveva scritto che Licciardi era da considerare responsabile di quanto accaduto per aver imposto il non intervento della Libra, perchè Malta nel frattempo aveva assunto il comando delle operazioni di soccorso, e poi di aver preso tempo quando sempre Malta fece sapere di non essere più in grado di intervenire. Manna, invece, secondo la ricostruzione del giudice, è colui che alle 13.18 di quel giorno ricevette la telefonata dei migranti, che indirizzò verso le autorità maltesi, e che non emise alcun ordine di intervento dopo l'espressa richiesta della presenza della nave italiana. Fino alle 16.
20 l'autorità italiana - aveva spiegato il gip nel suo provvedimento - aveva fatto tutto quello che era in suo potere; successivamente, però, davanti a una situazione di conclamata emergenza l'opera di soccorso è stata tardiva perchè si è perso del tempo prezioso (almeno 40 minuti) che avrebbe consentito di evitare la strage in mare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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