Cronache

Nobel 2020, assegnato il premio per la Medicina

Il premio Nobel per la Medicina 2020 va a Harvey J. Alter, Michael Houghton e Charles M. Rice per la scoperta del virus dell’epatite C

Nobel 2020, assegnato il premio per la Medicina

Il premio Nobel per la Fisiologia o la Medicina 2020 è stato a assegnato a Harvey J. Alter, Michael Houghton e Charles M. Rice per aver scoperto l'Hcv, il virus dell'epatite C. I nomi dei vincitori del più importante dei riconoscimenti scientifici internazionali sono stati selezionati da un comitato dell'Istituto Karolinska di Stoccolma (The Nobel Assembly at Karolinska Institutet), che ogni anno si riunisce per decretare le ricerche più significative. La maggior parte dei premi Nobel viene assegnata dall'Accademia Reale Svedese delle Scienze, mentre per quello per la Fisiologia o la Medicina viene coinvolto l'autorevole centro di ricerca, considerato punto di riferimento per la ricerca scientifica a livello internazionale.

L'annuncio è stato dato durante una conferenza stampa a Solna. Si tratta del 111esimo premio Nobel di questa categoria assegnato nella storia, a partire dal 1901 per volere dell'imprenditore e filantropo svedese Alfred Nobel. I nomi sono stati anticipati come da tradizione dal Karolinska Institutet di Stoccolma, in diretta via Internet e social network. Il riconoscimento è salito a 10 milioni di corone svedesi, al cambio odierno circa 950mila euro. Il premio per la Medicina ha rivestito un significato particolare quest'anno a causa della pandemia di coronavirus, che ha evidenziato l'importanza che la ricerca medica ha per le società e le economie di tutto il mondo. Il Nobel per la Medicina è il primo di sei premi che saranno annunciati fino al 12 ottobre. Gli altri riconoscimenti riguarderanno i campi della Fisica, Chimica, Letteratura, Pace ed Economia. Il premio è stato conferito per la prima volta a Emil Adolf von Behring nel 1901. L’anno scorso era stato assegnato a William Kaelin, Gregg Semenza e Peter Ratcliffe per i loro studi sull’ossigenazione delle cellule.

"Grazie al lavoro dei tre scienziati - si legge nelle motivazioni dell'assegnazione - sono stati compiuti decisivi passi avanti nella lotta contro l'epatite C, capace di provocare l’insorgenza della cirrosi epatica e del cancro al fegato. Loro hanno rivelato la causa delle epatiti croniche, rendendo possibile lo sviluppo di specifiche analisi del sangue e farmaci che hanno salvato milioni di vite. Grazie a loro, per la prima volta nella storia, la malattia è curabile. La speranza è che possa essere completamente debellata, una volta per tutte".

“Negli ultimi anni – ha spiegato una componente del Comitato – sono stimati 70 milioni di casi di epatite C nel mondo, e il dato potrebbe essere sottostimato, e causa 400 mila decessi all’anno ed è una delle cause più comuni di trapianti di fegato“. Il genoma dell’epatite C è stato identificato all’inizio degli anni 1980. Prima della sua individuazione viene chiamato non A e non B. L’epatite virale è considerata la seconda malattia infettiva killer dopo la tubercolosi e l'epatite C è ritenuta particolarmente pericolosa perché è in gran parte asintomatica fino all'ultima fase. L’Italia, secondo i dati Eurostat, è prima in Ue per mortalità. In Europa nel 2018 sono stati segnalati 37.527 casi di epatite C in 29 stati.

"Complimenti a Michael Houghton, Harvey J. Alter e Charles M. Rice. Sono i tre virologi a cui è stato assegnato oggi il premio Nobel per la Medicina". Lo ha scritto su Facebook il ministro della Salute, Roberto Speranza. "I loro studi hanno portato a importanti scoperte sul funzionamento del virus dell'epatite C. In questo momento drammatico è un segnale importante per tutta la comunità scientifica".

Una scoperta "rivoluzionaria per l'Italia, duramente colpita da questa malattia", per Antonio Gasbarrini, ordinario di Medicina interna all'Università Cattolica, campus di Roma e direttore del Dipartimento Scienze mediche e chirurgiche della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs, intervistato da Adnkronos Salute subito dopo l'assegnazione del premio Nobel per la Medicina. "Aver individuato la causa di queste epatiti prima 'misteriose' ha modificato la gestione di moltissimi malati, ma soprattutto - ha aggiunto Gasbarrini - ha portato all'esplosione della ricerca e alla scoperta dei nuovi antivirali diretti, i farmaci 'gioiello' contro l'epatite C che oggi consentono di eradicare la malattia in oltre il 90% dei casi dopo solo 8 settimane di terapia orale". Secondo Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di Microbiologia clinica, Virologia e Diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano "è una scoperta importante per quanto riguarda la considerazione che stanno avendo nuovamente le malattie infettive, che erano state un pò dimenticate e ora sono tornate alla ribalta purtroppo tristemente". Ma serve anche- precisa la microbiologa - per far capire che, oltre a Covid-19, ci sono anche altri problemi che è necessario risolvere e che possono avere, come nel caso dell'epatite C, un impatto ancora più importante del Covid. Se il nuovo coronavirus ha "un impatto psicologico più severo", Gismondo invita nuovamente a ricordare che "l'epatite C ha inficiato a lungo un bene essenziale che è la trasfusione del sangue".

Alter, 85 anni, è nato nel 1935 a New York e si è laureato nell’Università di Rochester, dove ha continuato a lavorare per un periodo per poi trasferirsi a Seattle. Dal 1961 ha lavorato per i National Institutes of Health (Nih), tranne un breve periodo nel quale ha lavorato nella Georgetown University. Rice, 65 anni, è nato nel 1952 a Sacramento e si è laureato nel 1981 California Institute of Technology (Caltech). Dal 1986 ha lavorato nella Washington University School of Medicine a St Louis. Dal 2001 insegna alla Rockefeller University di New York, dove fino al 2018 ha diretto il Centro di ricerca sull’epatite C. Il britannico Houghton si è laureato nel 1977 nel King’s College di Londra e in seguito ha lavorato per le aziende G. D. Searle &aCompany e Chiron.

Dal 2010 insegnato nell’Università di Alberta.

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