Cronache

"Qui dobbiamo chiudere...". L'allarme del direttore degli Uffizi

l'offerta dei musei sale ma il numero di addetti continua a scendere. La carenza riguarda tanti altri musei in Italia: iL direttore Schmidt auspica una soluzione in tempi brevi

"Qui dobbiamo chiudere...". L'allarme del direttore degli Uffizi

La fine delle restrizioni Covid ha fatto tornare, prepotente, la voglia di visitare i musei. E così, gli Uffizi hanno segnato il loro record con 427.856 a luglio e quasi 43 mila presenze nei giorni di Ferragosto ma c'è una grossa preoccupazione espressa dal suo direttore, Eike Schmidt, all'Ansa: il personale in Italia è "ovunque ridotto all'osso" e bisogna intervenire quanto prima o si rischia di chiudere. La problematica non riguarda soltanto la celebre Galleria di cui è direttore dal 2015 ma anche numerosi poli museali a Roma, Milano, Napoli.

"Impossibile rimandare"

Con la riforma Franceschini del 2015 numerose eccellenze italiane sono diventate accessibili soltanto tramite concorso e addio ai funzionari. Se i vantaggi ci sono stati, le piante organiche dei musei autonomi sono rimasti di competenza dell'amministrazione centrale e i direttori non hanno alcun potere di intervento. Dopo sette anni è rimasto un "tallone d'Achille" della rivoluzione operata da Franceschini. "Quella delle risorse umane è la sfida più grande che si troverà ad affrontare chiunque col nuovo governo dovrà occuparsi della politica per la cultura", ha ribadito Schmidt. Ecco perché, già adesso, non c'è più tempo da perdere: l'offerta dei musei sale ma il numero di addetti continua a scendere.

Bilancio in negativo

Una circolare del Ministero della Cultura fa sapere che il personale delle Gallerie sarà ridotto di un ulteriore 9% a causa dei pensionamenti in arrivo: agli Uffizi, negli ultimi dieci anni, si sono persi 166 lavoratori a fronte di soli 34 nuovi ingressi complessivi. Facendo due conti, si notta che si è in sotto organico di ben 132 unità la metà delle quali servono per la vigilanza. La carenza è forte e "sicuramente condivisa da molti altri musei, archivi, biblioteche", sottolinea il direttore, convinto che "con l'attuale modello non c'è la possibilità di una gestione efficace ed efficiente del personale".

L'attuale criticità, però, non ferma Schmidt dallo sviscerare alcune novità che attendono prossimamente gli Uffizi tra le quali spicca una nuova Coffe House nel Giardino di Boboli oltre al restauro del bar di Pitti. Tra i progetti espositivi spicca una mostra dedicata a Eleonora da Toledo che sarà operativa nel 2023 mentre a gennaio ci sarà una mostra sul pittore tedesco Rudolph Levi e un'esposizione sulla finanza nell'antica Roma. L'offerta, insomma, supera l'attuale crisi: "Questo perché tutte le autonomie parziali che sono state date a musei e siti archeologici hanno dato grandi frutti - ha sottolineato all'Ansa - Ma il fatto che non ci sia alcuna cogestione delle risorse umane rimane un vulnus della riforma". Ecco perché, dal 25 settembre, il nuovo governo dovrà rimboccarsi le maniche anche su questo tema. "Si può scegliere tra diverse soluzioni.

L'unica cosa che non si può fare è rimanere fermi".

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