"Chi li riconosce?". Cosa è stato trovato coi resti nel Po

Diramate le immagini delle suppellettili trovate con le ossa restituite nei giorni scorsi dal fiume Tiepido: si potrebbe risalire all'identità della donna cui appartengono

"Chi li riconosce?". Cosa è stato trovato coi resti nel Po

Ancora non si sa chi è la donna i cui resti sono stati trovati avvolti in un sacco di cellophane lo scorso 2 aprile a Torre Maina di Maranello. Parte del corpo è stato restituito dal torrente Tiepido, insieme a una serie di effetti personali che ora potrebbero aiutare a scoprire di chi si tratta attraverso la segnalazione di qualche conoscente.

Si tratta di alcune maglie: un dolcevita nero a coste a maniche lunghe con una striscia bianca, un altro dolcevita bordeaux e una maglia bianca con una fantasia che richiama la stampa dei giornali. Con esse anche un reggiseno rosso con ferretto e coppe, e un orecchino a cerchio molto piccolo e in oro giallo. I carabinieri e la Procura di Modena hanno diffuso queste immagini con l'appello a riconoscere gli indumenti. Nel caso questi oggetti dovessero risultare familiari a qualcuno, si deve telefonare al numero 059/3166065 oppure 059/3166111.

I resti rinvenuti consistono in ossa umane, ma non sono sufficienti per ricostruire uno scheletro completo, anche se non manca molto. Sono stati trovati da un passante intento a raccogliere asparagi nella zona, nei pressi di un percorso ciclopedonale.

Gli inquirenti si stanno orientando da subito sull’esame comparativo del Dna: potrebbe essere un processo lungo, ma ci si è concentrati subito sulla comparazione con donne scomparse nei dintorni, come per esempio Saman Abbas, la 18enne di origini pakistane scomparsa da Novellara poco meno di un anno fa, che si ritiene sia stata uccisa e fatta sparire da alcuni parenti.

Il fatto che procura e carabinieri diramino informazioni relative ai vestiti ed effetti personali trovati insieme alle ossa potrebbe rivelarsi particolarmente utile ai fini dell’indagine, per risalire all’identità della donna potenzialmente rimasta di un omicidio.

Va ricordato infatti che nel caso dei resti trovati a Borno si è riusciti a risalire all’identità di Carol Maltesi, della quale non era stata denunciata la scomparsa, solo perché alcuni ne avevano riconosciuto i tatuaggi, la cui descrizione era stata rilanciata dalla stampa.

Quindi non solo si cerca tra le persone che effettivamente sono sotto la lente degli inquirenti o lo sono state in passato, ma anche tra le donne scomparse ma delle quali non si può avere percezione. Ma che grazie a questi oggetti possono risultare così meno “invisibili”.

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