da Alba
Felice Casorati non ci ha lasciato nessun autoritratto. Ottant'anni passati davanti alla tela a produrre quadri che hanno conquistato mezzo mondo, e ancora oggi permane quell'idea di pittore algido e composto. La Fondazione Ferrero ha deciso allora di allestire una mostra che è in sé un'autoritratto per rendere giustizia all'artista novarese. In collaborazione con la Gam di Torino, depositaria della più cospicua collezione pubblica di opere di Casorati, e sotto la curatela di Giorgina Bertolino, per la prima volta sono esposti insieme, in Italia, i lavori che l'artista aveva selezionato per i grandi contesti espositivi internazionali cui partecipò (le Biennali di Venezia, le Esposizioni Universali, Documenta). La settantina di opere in mostra ad Alba per «Felice Casorati. Collezioni e mostre tra Europa e Americhe» (fino all'1 febbraio, catalogo Silvana editoriale) arriva dal Pompidou di Parigi, da Detroit, Boston, Berlino, San Paolo. «La mia pittura accolta con tanta severità in patria trovò all'estero consensi cordiali», diceva Casorati esasperando una certa freddezza del pubblico italiano per quella sua arte «fatta non solo con il cuore ma anche con la mente».
Raffinato maestro del Novecento e artefice di una pittura che fa della costruzione formale il suo biglietto da visita, salvo poi sorprendere tutti con i suoi squarci di luce e i ritratti stranianti in perfetto Realismo Magico, Casorati è l'emblema di un'arte che fu (anche) di regime, ma mai irregimentata. Potremmo quasi dire che i suoi successi all'estero negli anni Trenta e Quaranta furono una sottile forma di diplomazia del regime di Mussolini per mostrare la sua apertura al mondo. E del resto Ritratto di mia moglie e Icaro , entrambi giunti dal museo di Detroit e per la prima volta esposti in Italia, sono l'esempio di una pittura ineffabile, difficile da etichettare. Splendide le nature morte (eppure quasi sconosciute, se paragonate a quelle di Morandi) e inconfondibili i ritratti, il genere prediletto. I volti dei coniugi tedeschi Kurt ed Elisabetta Wolff sono ora ad Alba per la prima volta uno accanto all'altro, vicini a capolavori come Ritratto di Maria Anna De Lisi o al celeberrimo ed enigmatico Gli scolari del Pompidou.
Ma è forse il tema della maternità a far comprendere meglio la forza - altro che fredda composizione - della pittura di Casorati: fra le tante madri esposte ad Alba, spicca la Maternità del museo di Sao Paulo. Una donna allatta il piccolo, seduta composta, il volto dolente, la caviglia fasciata: era il 1947, quella era l'Italia di Felice Casorati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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