La passione, quella di certo non la dimenticherà mai. E nemmeno lo sforzo, la tensione dei loro corpi mentre cercano di eseguire un movimento. Alla perfezione, perché questo è lunico metro con cui si misura un danzatore classico. «Chi se lo sarebbe immaginato che dietro ad un balletto, ci fosse così tanto lavoro». Già proprio così, chi lavrebbe mai detto. Ora Carlo Maiorana, medico odontoiatra e professore universitario, autore del libro «Volando con lanima», il Lago dei Cigni lo guarda con occhi diversi. Adesso sì che riconosce la fatica per eseguire correttamente ogni passo e quando si siede in platea in attesa che si apra il sipario, riesce ad immaginare lemozione di chi sta dietro le quinte. Lha vista nei volti dei ballerini del corpo di ballo del Teatro alla Scala, lha sentita nei loro racconti e lha provata sulla propria pelle quando ha assistito alle lezioni di danza. «Volevo capire cosa avessero dentro questi ragazzi per scrivere un romanzo». Lultimo per la precisione perché il dottore si divide tra la sua professione, la passione per lopera e lamore per la scrittura. «Dormo poco e di libri ne ho già pubblicati quattro», scherza mentre spiega come è riuscito ad entrare nel tempio sacro del balletto. «Il fratello di un mio paziente è uno dei primi ballerini della Scala. Poi ho conosciuto Michele Villanova, professeur del corpo di ballo che mi guidato in questo cammino». Torna indietro con la memoria a quei mesi e ancora si emoziona. «Mi sentivo come uno studente che assisteva alle loro prove. Vede, loro hanno un desiderio e una volontà che li stacca di molto dal comune sentire della gioventù. Fanno enormi sacrifici, e perdono la parte più bella della vita, ladolescenza». Tra esercizi ripetuti allinfinito alla sbarra e poi al centro. Se ripensa alle espressioni dei ballerini, quasi li sembra di rivederli. «Rilassati allinizio e spossati alla fine. Ma è durante le lezioni che vengono fuori le parti più vere, le rivalità e le amicizie. Gli sguardi di delusione per un movimento non eseguito bene». E in sala, non ci sono gerarchie, privilegi o differenze sociali che tengano. Lunica cosa che conta è la disciplina, limpegno e la costanza per riuscire a migliorare sempre. Anche se sei un etoile. «A maggior ragione, perché devono mantenere uno standard elevatissimo. Il fisico ad un certo punto non ti sostiene più». Già perché nel migliore dei casi, la carriera di un ballerino dura qualche decina di anni. «Ma quanti riescono ad arrivare? Cè una sproporzione tra il loro impegno e la possibilità di avere successo». Sorride, si passa una mano tra i capelli. Pensa alla sua di carriera, in fondo è ancora giovane e lo aspettano altri ventanni di lavoro come minimo.
«Non so se avrei il coraggio di fare la loro scelta. È un insieme di testa, cuore e fortuna. Ci puoi mettere tutto, poi capita anche la grande occasione». Insomma dottore, ha scoperto coshanno dentro i ballerini? «Sì certo. La passione è il loro motore».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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