Da ieri notte a Roma e nel Lazio (Viterbo escluso) il digitale terrestre non è più unopzione ma uninevitabile certezza. Con il passaggio di Raidue e Retequattro al digitale comincia, infatti, la graduale cessazione (switch-over) del segnale analogico terrestre. Si afferma dunque lera della tv interattiva, dei canali tematici a pagamento senza parabola. È linizio di unoperazione che si concluderà per il resto dei canali a novembre e che coinvolge 4 milioni e mezzo di residenti in 166 comuni del Lazio. Questi dovranno dotarsi di un decoder da collegare al televisore, oppure di un nuovo tv con apparecchio incorporato. In linea di massima non si dovrà apportare alcuna modifica allimpianto di ricezione, ma, con tutta probabilità, toccherà risintonizzare il decoder. Si tratta di una procedura semplice da effettuare dal menu del televisore o del decoder, seguendo le indicazioni sul video. Chi avesse difficoltà può ricorrere al sito www.decoder.comunicazioni.it. Inoltre, cè il numero verde 800 022 000 messo a disposizione dal Ministero dello Sviluppo Economico, attivo tutti i giorni dalle 8 alle 23. Ricordiamo che è ancora a disposizione il contributo di 50 euro predisposto dal Ministero per lacquisto del decoder digitale di tipo interattivo.
E a proposito di passaggio epocale a piazza Farnese oggi va in scena la versione Rai di quello che sono stati i Mediaset days di piazza del Popolo. Su un megaschermo montato al centro della piazza, il conto alla rovescia è iniziato ieri mattina con la diretta di Buongiorno Regione Lazio, Unomattina estate e i collegamenti col direttore generale della Rai Mauro Masi, il viceministro alle Comunicazioni Paolo Romani e i responsabili dei nuovi canali tematici del digitale terrestre Rai (Rai 4, Rai Storia, Rai Sport Più, Rai Gulp, RaiNews 24). «Stiamo per assistere a una svolta epocale, paragonabile solo al passaggio dal bianco e nero al colore - ha commentato dalla piazza il vicedirettore generale della Rai Giancarlo Leone-. La capacità di diffusione del digitale terrestre sarà tra i 40 e i 50 canali e solo la Rai ne avrà otto; questo vuol dire più informazione e più spazio per tutti».
Ma in città lentusiasmo generale viene generalmente smorzato dalle associazioni dei consumatori. Il Codici lancia lallarme sui prezzi in salita e sugli anziani ancora indietro quanto a nozionistica. «Dalle «numerose telefonate ricevute in questi giorni è emerso che a un utente su tre mancano le informazioni necessarie affinchè tale passaggio possa avvenire senza grandi difficoltà - avverte in una nota il coordinamento per la difesa del cittadino-. Buona parte delle telefonate e delle mail da noi rivevute provengono da over 65, una fascia di età non ancora pronta per questo passaggio tecnologico. Inoltre questo passaggio non è esente da costi. Tra lacquisto dei decoder e ladeguamento degli impianti di antenna, il cittadino arriverà a spendere, volendo essere ottimisti, tra i 50 e i 200 euro».
Rincara la dose lAdoc: «Il passaggio forzato al digitale rappresenta un costo gravoso per le famiglie, che dovranno sobbarcarsi una spesa media di 120 euro per lacquisto dei decoder - dichiara Carlo Pileri, presidente dellAdoc - uno zapper da 30 euro, che riceve solo canali gratuiti e uno interattivo da 90 euro, considerando una media di due televisori per nucleo familiare. Una spesa complessiva di oltre 320 milioni di euro, altro che rivoluzione gratuita come pubblicizzato. Considerando lintero territorio italiano, la spesa per le famiglie sui 2,6 miliardi di euro.
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