E Bologna contrattacca in Procura

Massimo Restelli

da Milano

La strada verso Bnl resta in salita ma Unipol passa al contrattacco presentando un esposto alla magistratura. L’affondo è stato deciso ieri dalla compagnia assicurativa bolognese che, al termine di una maratona consigliare (riuniti anche i vertici di Finsoe e Holmo) ha puntato il dito contro i reati di manipolazione del mercato, aggiotaggio bancario e ostacolo all’esercizio delle funzioni delle Autorità di Vigilanza. Un’azione di forza con cui il presidente Giovanni Consorte, dopo aver incassato dai grandi soci una rinnovata fiducia sul piano di integrazione e aver contestato i ritardi in una tempistica autorizzativa che si protrae da mesi, si recherà oggi in Bankitalia insieme al vicepresidente Ivano Sacchetti. L’incontro appare cruciale: a Palazzo Koch spetta, infatti, il potere di aprire la strada a un matrimonio da cui nascerebbe uno dei maggiori gruppi bancassicurativi del Paese. Via Stalingrado spera di ottenere l’assenso entro domani (potenzialmente c’è tempo fino a Natale) ma la partita resta delicata: dopo l’affondo della Procura, che ha iscritto Consorte nel registro degli indagati, Bankitalia potrebbe infatti pretendere altri chiarimenti bloccando l’orologio autorizzativo.
La conseguenza sarebbe fare scivolare al prossimo anno l’Opa di Consorte che dovrà in ogni caso tornare al vaglio della Consob per integrare nel prospetto informativo le molte operazioni portate a termine da Unipol per migliorare la sostenibilità dell’operazione (Bnl capitalizza 8,35 miliardi). Il gruppo ha chiesto all’Authority di verificare la regolarità degli intensi volumi registrati ieri intorno a Bnl (1% del capitale) ma la Commissione di Lamberto Cardia dovrebbe riservare un altro «dispiacere» al top manager. La partita ruota attorno ai discussi accordi azionari con Deutsche Bank e Popolare Emilia Romagna, dietro cui la Commissione ravviserebbe un «patto occulto».
Da qui la prospettiva che Unipol sia obbligata a ufficializzare l’accordo e ritoccare il prezzo della propria offerta, oggi ferma a 2,7 euro, così da tener conto degli oltre 2,9 euro messi sul tavolo dai pattisti per rastrellare alcuni pacchetti di Bnl. L’aggravio per Unipol sarebbe minimale, la normativa considera la media degli ultimi dodici mesi, ma darebbe una nuova freccia all’arco del Bilbao che da mesi contesta il prezzo proposto da Unipol e che la scorsa settimana ha scritto una lettera a Bankitalia per chiedere di bloccare l’avanzata bolognese contestando sia la struttura dell’operazione sia la tenuta finanziaria del nuovo aggregato sia il ruolo svolto nella vicenda da Bpi.


Il gruppo spagnolo, che aveva esposto le proprie ragioni anche in una missiva all’Isvap, sembra infatti pronto a ritornare in campo. Almeno questo è lo scenario su cui punta Piazza Affari dove Bnl ha chiuso in rialzo dell’1,4% a 2,73 euro (più 7,98% le risparmio); in picchiata Unipol (meno 2,2 per cento).

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