Per carni e salumi c'è la mini ripresa Ma pesano le sanzioni alla Russia

La brutta notizia la porta il viceministro allo Sviluppo economico, Carlo Calenda: «La situazione con la Russia, a mio avviso, non si sbloccherà. Per ora, da quello che ho capito, non vedo una fase distensiva dopo la decisione di Putin di rafforzare l'arsenale nucleare con 40 nuovi missili intercontinentali».

Doccia fredda sull'assemblea annuale di Assica - associazione confindustriale degli industriali delle carni e dei salumi - che ieri ha eletto il nuovo presidente, Nicola Levoni.

Il mercato russo è considerato strategico e vitale non solo per il settore agroalimentare. Le imprese non capiscono, infatti, l'ostinato braccio di ferro che Bruxelles ha ingaggiato con Mosca, una guerra commerciale che sta generando danni per miliardi di euro all'export made in Italy . Ma c'è anche una buona notizia. Arriva dagli Stati Uniti. Si tratta della revoca del cosiddetto provvedimento 100% reinspection , ovvero il controllo sistematico di tutte le partite di salumi che arrivano in dogana dall'Italia.

Il mercato dei salumi, con oltre 1,2 miliardi di export e con un fatturato complessivo vicino agli 8 miliardi, ha visto un 2014 ancora difficile: produzione in calo dell'1,2% rispetto al 2013 e fatturato giù dell'1,5% a 7,8 miliardi. Di fatto, significa aziende in difficoltà: ancora sacrifici non solo in termini di redditività, ma anche perdita di unità operative e di posti di lavoro. Tuttavia, il primo trimestre 2015 ha registrato una lieve inversione di tendenza, un segnale incoraggiante che fa ben sperare. Ma l'export potrebbe ancora crescere, e di molto. Come? Eliminando quelle barriere «non tariffarie» che resistono in molti Paesi del mondo.

Il neo presidente, Nicola Levoni, ha ricordato «l'importanza che il settore ricopre nell'agroalimentare italiano, nella nostra identità culturale. Un valore che le nostre imprese hanno costruito in molti anni e che oggi continuano a far crescere in Italia e nel mondo, superando spesso ostacoli e barriere con quella determinazione che è nel Dna dei nostri imprenditori.

La stessa determinazione che Assica mette nel dialogo costante con le Istituzioni italiane ed europee nel tentativo di costruire le migliori condizioni per produrre e creare occupazione, per portare ricchezza e benessere nei territori in cui da sempre operiamo». E ora, avanti con quel «Piano straordinario di sostegno al made in Italy ». Funzionerà?

FONDI ESTERI ARMONIZZATI UE

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