La ricchezza privata finanziaria degli italiani sta diminuendo. Il dato, relativamente al confronto tra 2018 e 2017, è evidenziato all'interno dell'Abi Monthly Outlook, il report mensile che fa il punto sui numeri dei risparmi, degli impieghi e di altri parametri legati al mondo dell'economia ma, soprattutto, a quello delle banche. Alla voce, Dinamica Raccolta Clientela, il report evidenzia che «i depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine) sono aumentati, a maggio 2019, di circa 55 miliardi rispetto a un anno prima (variazione pari a +3,8% su base annuale)».
Insomma, gli italiani continuano a fare le formiche, ma come evidenziato, da Abi, continuano a farlo sempre di più attraverso strumenti di liquidità incapaci di garantire una crescita dei patrimoni adeguata ad alimentari i progetti di vita di persone e famiglie. Tant'è che scartabellando le pagine del report ci si imbatte nella tabella che riporta la distribuzione delle attività finanziarie delle famiglie italiane da cui si estrapolano le dolenti note. Infatti, la tabella mette in chiara evidenza il confronto tra il dato finale, relativo alla ricchezza finanziaria delle famiglie italiane a fine 2018, con il 2017. Ebbene, il 2018 si è chiuso con 4.218 miliardi; dato che, invece, a fine 2017 si era attestato a 4.374 miliardi. Insomma, mancano ben 156 miliardi di ricchezza per un calo del -3,6%. Non basta, in realtà la perdita è ancora più consistente in quanto lo stesso report indica in circa 29 miliardi il nuovo risparmio, accantonato sempre nel 2018 e sempre sui conti correnti, dai risparmiatori italiani che quindi hanno contabilizzato una perdita di ricchezza di circa 185 miliardi. Da cosa dipende? Uno dei motivi è proprio la non scelta d'investimento.
Lasciare i soldi in liquidità ha un costo che gli italiani non possono più permettersi di sostenere, un costo di cui dobbiamo cominciare a tener conto, perché dopo anni di crescita, le formiche italiane stanno cominciando ad arretrare sempre più.leopoldo.gasbarro@me.com
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