Economia

Crisi, l'appello di Atene: "Più tempo per le riforme"

Il governo greco ha chiesto più tempo per attuare le riforme. Segnali di apertura dalla Merkel: si allontana la "Grexit". Ma prima di prendere una decisione, Juncker aspetta il rapporto della troika

Crisi, l'appello di Atene: "Più tempo per le riforme"

Il futuro di Atene si gioca sul filo del rasoio. Il premier Antonis Samaras ha chiesto ufficialmente più tempo ai creditori internazionali della Grecia per attuare le riforme e promette: "I tedeschi riavranno i loro soldi, lo garantisco personalmente". Poche ore prima dell'incontro con il presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker, in una intervista al quotidiano Bild, Samaras ha spiegato che il governo di Atene intende chiedere "un po' più di respiro per far girare l’economia e aumentare gli introiti statali. Più tempo non significa automaticamente più soldi". Tuttavia, Junker decide di non decidere, almeno non prima di ottobre. Dopo gli assalti dei "falchi", in Germania hanno iniziato a muoversi le "colombe". "I tedeschi vogliono che la Grecia resti nell’Eurozona" è stato il cuore del messaggio del ministro degli Esteri Guido Westerwelle lanciato ieri al collega greco Dimitris Avramopoulos. Dal canto suo la cancelliera tedesca Angela Merkel fa sapere che per decidere qualcosa occorre prima aspettare il rapporto della troika.

Secondo Samaras, la Grecia sta facendo progressi. "Stiamo riducendo il numero complessivo dei dipendenti pubblici", ha spiegato il premier prospettando "presto un servizio pubblico ridimensionato, in miglior salute e decisamente più efficiente". Per il premier greco una "Grexit", cioè l’uscita della Grecia dall’euro, sarebbe catastrofica: "Ci sarebbero almeno cinque anni di recessione e la disoccupazione salirebbe al 40%. Un incubo per la Grecia: crollo economico, dramma sociale e una crisi senza precedenti della democrazia". Proprio per questo il governo di Atene ha dato il via libera a tagli per 13,5 miliardi di euro, ben due in più rispetto agli 11,5 inizialmente richiesti dalla troika. La pesante sforbiciata alla spesa pubblica della Grecia sarà graduale per attenuare l’impatto sociale delle impopolari misure che il governo greco è costretto a varare. A Junker, Samaras sottoporrà il piano per cercare di convincerlo a concedere alla Grecia una proroga di due anni nella tabella di marcia per abbattere il deficit greco al di sotto del 3% del pil. Ufficialmente, comunque, il nuovo pacchetto sar… presentato prima del ritorno della troika ad Atene il mese prossimo.

A Berlino sono arrivati segnali importanti di "apertura" da alcuni esponenti dei partiti di governo in cui si può leggere la vera linea dei vertici, impegnati in una trattativa in cui mollare sarebbe - almeno nella prospettiva tedesca - controproducente. Alcuni parlamentari tedeschi sono, infatti, ottimisti rispetto agli "aggiustamenti" delle misure finanziarie richieste al governo di Atene anche se "gli impegni concordati devono essere sostanzialmente mantenuti". Le nuove misure previste dai tecnici greci prevedono tagli per 13,5 miliardi e non per i previsti 11,5 dal momento che il ministero delle Finanze ha calcolato che dopo che saranno entrati in vigore le nuove riduzioni agli stipendi e alle pensioni, le entrate fiscali e i contributi previdenziali diminuiranno provocando un "buco" nel bilancio di altri due miliardi di euro. "È chiaro che manterremo i nostri impegni", ha detto il ministro delle Finanze Yannis Stournaras parlando con i giornalisti al termine di un incontro con Samaras. Stournaras non ha, tuttavia, accettato di parlare dell’eventuale ricorso alla misura della messa in mobilità degli impiegati statali in eccedenza sempre allo scopo di ridurre la spesa del settore pubblico. Il ministro si è, infatti, limitato a dire che la misura "sarà diversa da quella attuata in passato", riferendosi a quanto fatto con scarsi risultati dal precedente governo. La nuova versione della messa in mobilità dovrebbe comunque essere annunciata entro la fine del mese. Di certo, per ora, si sa soltanto che pensioni e altri sussidi previdenziali saranno ridotti di 5,2 miliardi di euro per garantire allo Stato un risparmio netto di 4,6 miliardi. Inoltre, sempre per risparmiare sulle spese, sarà quasi di certo aumentato da 15 a 20 anni il periodo minimo di lavoro necessario per poter godere della pensione minima di 485 euro. A risentire dei tagli saranno tutti quei pensionati statali che ricevono ogni mese più di 700 euro (previste riduzioni dal 2 al 15%) ma anche le pensioni degli agricoltori saranno decurtate mensilmente di 30 euro.

Saranno ridotti, ma in maniera meno pesante, anche gli stipendi degli agenti di polizia e dei militari.

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