Gas e petrolio spingono gli utili dell'Eni che chiude il semestre in crescita preparandosi a ricompensare il mercato con una «remunerazione in crescita». Una buona notizia per gli azionisti - Tesoro e Cassa Depositi & Prestiti in testa (rispettivamente soci con il 4,4% e il 26,2%) - in un momento di transizione per il governo alle prese con difficili dossier economico-finanziari.
Unanime il plauso del mercato con il titolo Eni che è balzato di oltre 5 punti percentuali a quota 11,72 euro (+5,6% in chiusura), anche alla luce del fatto che la quotazione di Plenitude, la costola green della società, rinviata proprio questo mese per le difficili condizioni del mercato, è ancora nei piani del gruppo.
Nel dettaglio, i risultati al 30 giugno evidenziano nel semestre un utile netto in forte crescita a 7,39 miliardi (dagli 1,103 miliardi dello stesso periodo del 2021), un utile netto adjusted a 7,08 miliardi (dagli 1,199 miliardi del 2021) e un Ebit adjusted di oltre 11 miliardi (+228%). Solo nel trimestre l'utile netto adjusted è migliorato a 3,81 miliardi e l'utile operativo adjusted è più che duplicato rispetto al 2021.
«Risultati solidi», sintetizza l'ad Claudio Descalzi, che, grazie anche all'aggiornamento delle previsioni sul mercato di riferimento, consentono al Cane a Sei Zampe di «migliorare la remunerazione degli azionisti aumentando il programma 2022 di acquisto di azioni proprie a 2,4 miliardi di euro».
Il gruppo che lavora per assicurare gli approvvigionamenti di gas al Paese in sostituzione alle forniture russe ha ribadito il proprio impegno per la sicurezza degli approvvigionamenti energetici: «In un contesto di incertezza e volatilità dei mercati, ci siamo attivati rapidamente per garantire nuovi flussi di approvvigionamento», ha commentato l'ad.
A livello operativo, il Cane a sei zampe ha alzato l'obiettivo di fine anno sulle nuove risorse esplorative. Settore che ha brillato con un Ebit adjusted di 4,87 miliardi nel trimestre, più che raddoppiato rispetto al secondo trimestre 2021.
In particolare, con Azule, la partnership tra Eni e Bp in Angola, il gruppo sta creando un gigante africano, «e la sua costituzione formale avverrà nel giro di pochi giorni», ha detto Descalzi spiegando che questo business ha un grande potenziale in fatto di sinergie tra esplorazione, operazione e sviluppo.
Numeri positivi anche per il business della chimica, gestito dalla controllata Versalis.
E per Plenitude, l'ex Eni Gas e Luce, per la quale l'ad ha precisato che l'Ipo rimane comunque «nei piani» del gruppo e si farà appena le condizioni di mercato «verranno ristabilite», chiarisce il manager, sicuro che si troverà «una buona finestra di opportunità», mentre intanto «lavoriamo alla strategia di potenziamento delle rinnovabili».Tra le novità, Eni ha annunciato che «sta avanzando nella creazione della società dedicata alla mobilità sostenibile, con l'obiettivo di completarla entro la fine dell'anno».
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