Coronavirus

La crisi investe Caserta: multinazionale Usa licenzia 190 dipendenti

Il prossimo 25 maggio scade la cassa integrazione e l’azienda comunica il licenziamento collettivo. Proclamato sciopero a oltranza

La crisi investe Caserta: multinazionale Usa licenzia 190 dipendenti

In un momento così grave e delicato per il mondo intero, certo non ci si aspetta di venire licenziati in piena pandemia. Eppure, l’azienda Jabil Marcianise, società americana che produce componenti e circuiti elettronici, ha annunciato il licenziamento di 190 dipendenti in esubero del sito di Marcianise, in provincia di Caserta.

190 lavoratori licenziati

Come riportato da Repubblica, in un comunicato emanato dall’azienda, si legge chiaramente che “da diversi anni a questa parte il sito Jabil di Marcianise si è dovuto confrontare con un contesto economico sfidante, volumi in calo e risorse sotto-utilizzate. Per affrontare la situazione, Jabil ha lavorato con le organizzazioni sindacali e con gli stakeholder, sia locali sia nazionali, a un programma di outplacement volontario per offrire ai dipendenti un'opportunità di reimpiego in altre imprese locali, interessate ad assumere i dipendenti di Jabil" .

La multinazionale ha inoltre sottolineato che le aziende contattate per reimpiegare i dipendenti in esubero, hanno fatto richiesta di un numero di soggetti ben maggiore rispetto a quelli resi disponibili da Jabil. La società americana, sempre secondo quanto dichiarato dalla stessa, ha messo in campo notevoli risorse economiche sia nei confronti dei lavoratori, come sprono all’uscita, che delle aziende che si faranno carico dei dipendenti, al fine di aiutare i loro business plan. Quanto fatto da Jabil aveva come scopo quello di facilitare i cambiamenti in atto per raggiungere un risultato positivo per tutte le parti coinvolte.

Si legge però nella nota che “nonostante questi sforzi e il continuo impegno di Jabil, ad oggi si registra purtroppo un risultato deludente sulle adesioni al reimpiego, nonostante le numerose proposte ricevute, che non ci consente di risolvere il problema". Così dal prossimo 25 maggio, data in cui scadrà la cassa integrazione di nove settimane, ottenuta per l’emergenza coronavirus, si darà luogo al licenziamento collettivo dei dipendenti, a meno che questi non abbiano accettato il reimpiego e gli incentivi a loro offerti. La società ha però tenuto a sottolineare che quanto deciso non è assolutamente una valutazione negativa del duro lavoro e dell'impegno dei dipendenti di Marcianise.

Proclamato lo sciopero a oltranza

Per tutta riposta le sigle sindacali Fim, Fiom, Uilm, Failms hanno proclamato in un primo tempo uno sciopero di 8 ore, che in seguito si è trasformato in uno sciopero a oltranza. I sindacati hanno spiegato che "L'azienda ha comunicato che, rispetto alla procedura di licenziamento collettivo (350 esuberi), ad oggi i lavoratori che hanno trovato ricollocazione o uscite incentivate sono 160 unità con un differenza di 190 lavoratori. Inoltre ha informato che il consiglio di amministrazione della Jabil Corporation ha deciso, nonostante i nuovi decreti emanati del Governo Italiano che prevedono il blocco dei licenziamenti collettivi e ulteriori 9 settimane di Cig Covid-19, di non proseguire con la cassa integrazione e di licenziare dal 25 maggio prossimo 190 lavoratrici e lavoratori". Infatti, durante la riunione di ieri con i sindacati, la società americana ha ribadito di non voler prorogare la cassa integrazione, come invece reso possibile dal governo, ma di procedere al taglio degli esuberi.

L'appello al governo di intervenire

Il segretario della Fiom-Cgil di Caserta, Francesco Percuoco, ha spiegato che "la decisione della Jabil è inaccettabile anche perché è stata presa in dispregio delle norme nazionali che sospendono i licenziamenti in questo periodo di pandemia, dando la possibilità a costo zero di rinnovare la cassa integrazione già ottenuta". A fargli eco anche Mauro Musella, lavoratore e delegato della Uilm, secondo il quale la multinazionale americana ha optato per una soluzione errata e a discapito dei dipendenti. Sostenendo anche che l’azienda non può agire senza tenere in considerazione le leggi italiane. Infine, Musella ha lanciato un appello ai politici e alla Regione Campania affinché prendano dei provvedimenti per salvaguardare centinaia di famiglie.

"A questo atto scellerato ci deve essere una pronta risposta e un intervento immediato del presidente del Consiglio Conte, del ministro Patuanelli e di tutto il Governo perché non può essere permessa una decisione inaccettabile come questa che può rappresentare un inammissibile precedente".

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