Jobs act, Guerra bacchetta Renzi: "Si può fare di più"

L'ex ad di Luxottica, consigliere economico del premier, non è per nulla contento della riforma di Palazzo Chigi

Jobs act, Guerra bacchetta Renzi: "Si può fare di più"

"Penso che dentro al Jobs act ci siano tante cose buone", dice Andrea Guerra, ex ad Luxottica e ora consigliere strategico di Renzi per la politica industriale. Poi però non fa mancare una critica piuttosto dura nei confronti del governo: "Credo che manchi ancora qualcosa di fondamentale che è la protezione del lavoratore nel lungo periodo". Guerra lo dice ai microfoni di Mix24 di Giovanni Minoli, su Radio 24. "La flessibilità - prosegue - ce la chiede il mondo, ma è fondamentale la qualificazione e riqualificazione. La linea Marchionne sulle relazioni industriali va bene secondo lei? Non è la mia".

Il manager preferisce non rispondere in merito al nodo Rai: "Non è il mio mestiere fare l'amministratore delegato di un'azienda pubblica". E sull'opas lanciata sulle torri di Rai Way osserva che l'ipotesi del conflitto di interessi torna alla luce "nel momento in cui c'è qualcuno che torna a fare il proprio mestiere di imprenditore".

Capitolo Ilva. "Il salvataggio dal mio punto di vista è un simbolo straordinario - commenta Guerra -. Se Ilva è salva o no lo sapremo per l’estate. O è salva o è fallita".

Al successivo appunto di Minoli che sottolinea come più che di privatizzare si sta "pubblicizzando", Guerra risponde in questo modo: "L’età che viviamo è un’età di paradossi per cui non c’è più la 'o', ma la 'e', per cui ci sono dei momenti in cui è necessario prendersi la responsabilità". Quindi pubblico e privato può essere una strada nuova? "Non ho nessun dubbio - ha sottolineato Guerra - da questo punto di vista".

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