Tenuta delle infrastrutture, sviluppo economico, tutela dell’ambiente e progresso tecnologico, in questa fase, sono un tutt’uno: sviluppo, sostenibilità e digitalizzazione sono da considerare campi complementari, non solo nel settore energetico ma anche nel quadro delle grandi infrastrutture. Ragionando sull’obiettivo del perseguimento di una crescente sostenibilità in campo economico e ambientale , gestire al meglio gli impianti può essere davvero fondamentale. E questo vale soprattutto per ponti, dighe, strade e altre infrastrutture dal grande valore strategico.
Ciò è ben chiaro negli obiettivi per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) italiano, che attraverso il fondo complementare ha stanziato 450 milioni di euro per il monitoraggio infrastrutturale di tunnel, ponti, viadotti: 25 milioni di euro sono stati stanziati nel 2021, per l’anno in corso sono garantiti 50 milioni, mentre 100 milioni sono destinati per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025, e infine 75 milioni per il 2026.
Sicurezza, stabilità e tenuta sono cruciali e vengono valutate nell’ottica di potenziare la vita operativa delle infrastrutture italiane. La sostenibilità, in tal senso, è studiata soprattutto in termini di riduzione dell’impatto economico e dei rischi associati alle infrastrutture, ma anche con un’ottica ambientale, sociale, culturale. Non a caso, si legge in un comunicato del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, “i programmi che vengono finanziati devono garantire l’attuazione di un sistema integrato di censimento, classificazione e gestione dei rischi per 12.000 opere d’arte sulla rete stradale principale, di cui 6.500 dovranno essere dotate dell’apposita strumentazione per il monitoraggio dinamico con controllo da remoto e per la gestione della sicurezza in modo strutturale e attraverso un processo che prevede analisi della rete, sopralluoghi, gestione del sistema digitalizzato, classificazione delle priorità e attuazione degli interventi”.
Nel quadro del Pnrr, inoltre, 900 milioni di euro sono destinati all’Investimento 4.2 della Missione dedicata alla Transizione Energetica, che prevede l’aumento dell’efficienza delle reti idriche anche attraverso il monitoraggio e il controllo della distribuzione. Tutto questo ha un impatto nella creazione di infrastrutture più “sostenibili” in termini di efficienza e efficacia.
Monitoraggio e governance degli impianti sono dunque obiettivi chiari. E tra le imprese maggiormente attive, in Italia, su entrambi i fronti precedentemente citati si segnala ISMES, società appartenente al Gruppo CESI, che vanta una esperienza di oltre mezzo secolo nelle verifiche strutturali delle dighe e nei sistemi di monitoraggio e ha da lì espanso al resto delle infrastrutture civili la sua area di pertinenza. ISMES può supportare i propri clienti nella gestione e manutenzione delle opere.
La diagnostica strutturale consente preziose attività di valutazione, essenziali per capire la vita operativa e la tutela delle opere e delle infrastrutture, l’opzione dei monitoraggi e delle manutenzioni predittive destinate a abbattere costi e oneri di gestione, l’efficace governance dei processi. In Italia, ISMES monitora, per fare un esempio, circa 300 dighe, mentre controlla anche l’attività di alcuni dei più grandi impianti idroelettrici al mondo, come quello di Itaipù tra Brasile e Paraguay.
Anche nel campo della tutela dei monumenti storici, ISMES è in prima linea. La Torre di Pisa, il campanile di San Marco a Venezia, la Cappella della Sacra Sindone a Torino, la Cupola del Brunelleschi e il Campanile di Giotto a Firenze sono solo alcuni dei beni artistici monitorati da ISMES, che esegue misure con cadenza oraria, fondamentali per verificarne il comportamento nel tempo . Come ha dichiarato a Repubblica l’amministratore delegato di CESI, Matteo Codazzi, oggigiorno “emerge con evidenza la necessità di affidarsi a realtà dotate di adeguate competenze per la progettazione e la realizzazione, con tecnologie moderne, delle attività utili alla conservazione del nostro patrimonio artistico, straordinario tesoro del nostro Paese”, nella consapevolezza che “la conservazione del patrimonio culturale italiano passa attraverso interventi mirati”.
Sostenibilità fa rima con gradualità e pragmatismo, in un ventaglio a trecentosessanta gradi che va oltre la pur decisiva tutela ambientale.
E lo sviluppo tecnologico può portare anche a mosse decisive per difendere patrimoni insostituibili per la cultura, l’energia e l’identità nazionale. Offrendo, grazie al progresso che guarda al futuro, la sponda ideale per difendere il nostro passato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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