L'industria italiana affonda E Squinzi lancia l'allarme: "Serve un Fisco più equo"

L'industria italiana registra l'ottava discesa consecutiva. I dati sono peggiori delle aspettative: su base annua la produzione registra cali in tutti i comparti

L'industria italiana affonda E Squinzi lancia l'allarme: "Serve un Fisco più equo"

Un nuovo, pesantissimo crollo per l'industria italiana. Il comparto segna il dato peggiore dal 2009 registrando ad aprile un calo nella produzione dell’1,9% su marzo e del 9,2% su base annua. "Il tempo delle analisi e delle riflessioni è irrimediabilmente scaduto - ha commentato il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi - il tempo del fare è partito".

La crisi economica continua a colpire duramente le nostre industrie. I dati dell'Istat segnano, su base annua, l’ottava discesa consecutiva, mentre in termini congiunturali l’indice torna ad essere negativo dopo il debole segno positivo registrato a marzo. La produzione industriale ha così segnato un calo più forte rispetto alle previsioni fatte dagli analisti: le attese erano, infatti, attorno a una contrazione dello 0,5%. "Nella media febbraio-aprile - ha sottolineato l'istituto di statistica - la flessione della produzione è pari al 2,5% rispetto al trimestre immediatamente precedente". Anche guardando ai primi quattro mesi dell'anno la contrazione tendenziale è decisa: il calo è del 6,6%. Analizzando i principali raggruppamenti di industrie, rispetto al mese di marzo l'Istat ha fatto notare che l'unico rialzo riguarda il comparto energia che ha registrato un incremento dell'1,9%. Su base annua la produzione registra, invece, cali in tutti i comparti. "La diminuzione più marcata tocca il raggruppamento dei beni intermedi (-12,8%) ma anche gli altri comparti presentano cali significativi - spiega l'Istat - quanto ai diversi settori d’attività economica, il solo comparto in crescita è quello dell’attività estrattiva (+6,5%)".

Il grido degli industriali inizia a farsi sentire. In gioco c'è il futuro del settero e del sistema Italia. La crisi economica sta infatti mettendo in forse la sopravvivenza di numerose industrie che rischiano di essere schiacciate dalla recessione da una parte e dalla pesantissima pressione fiscale dall'altra. Proprio per questo, aprendo i lavori, al convegno dei Giovani imprenditori a Santa Margherita Ligure, Squinzi ha spiegato che il fisco deve essere più " equo, trasparente e certo". "Stiamo vivendo una crisi - ha esordito - e un momento così difficile mai visto dal Dopoguerra, una crisi che sta modificando la nostra visione e le nostre idee sull'economia". il numero uno della Confindustrai ha spiegato che è necessario poter fare impresa: "Ci aspettiamo che questa sfida venga accolta e condivisa da chi ci governa, dagli imprenditori e da tutta la società civile". Per farlo è quindi fondamentale sciogliere nodi e arretratezze, impegnarsi per una società sempre più aperta e non arroccarsi su prese di posizione precostituite.

"Abbiamo bisogno di un Paese normale - ha concluso Squinzi - per operare e per farlo serve la semplficazione normativa e burocartica, che è la madre di tutte le riforme, se no non cambieremo la situazione: abbiamo bisogno di svincolarci da questa cappa".

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