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Massacrate le piccole imprese: la pressione fiscale tocca il 63%

Le aziende con meno di dieci addetti costituiscono il 95% delle imprese italiane. Eppure Monti e Letta le hanno prese di mira: ecco quanto pagano di tasse

Massacrate le piccole imprese: la pressione fiscale tocca il 63%

Tra le riforme che il premier incaricato Matteo Renzi intende mettere subito sul tavolo c'è anche un taglio consistente della pressione fiscale. Bisogna vedere se riuscirà davvero a mettere le mani su un Fisco che mette in ginocchio i contribuenti e soffoca le imprese. L'ex presidente del Consiglio Enrico Letta non solo non è riuscito a tagliarle, ma le ha addirittura aumentate. A lanciare l'allarme viene è stata la Cgia di Mestre che, mettendo a confronto il 2013 col 2012, ha dimostrato come lo scorso anno 2013 le micro imprese fino a dieci addetti hanno subito un aggravio fiscale che oscilla tra i 270 e i mille euro. Aggravi che sono andati ad aggiungersi a un livello di tassazione complessivo che per le attività di questa dimensione si attesta mediamente tra il 53 e il 63%.

Le aziende con meno di dieci addetti sono il cuore produttivo del Belpaese dal momento che costituiscono il 95% delle imprese italiane. Ad esclusione dei lavoratori del pubblico impiego, queste realtà danno infatti lavoro al 47,2% degli addetti, producono il 31,4% del Pil e il 7% dell’export nazionale. Tra il 2001 e il 2011 hanno creato il 56,7% dei nuovi posti di lavoro. "Gli aumenti di tassazione registrati negli ultimi anni sono da attribuire, in particolar modo, all’aumento dei contributi previdenziali in capo ai lavoratori autonomi, all’introduzione dell’Imu e della Tares - sottolinea il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi - questi aggravi sono stati attenutati dal 'Salva Italia', che ha previsto la deducibilità dal reddito di impresa dell’Irap relativa al costo del lavoro, e dalla legge di Stabilità del 2013, che ha ulteriormente elevato le deduzioni Irap legate al numero di dipendenti". Gli analisti della Cgia di Mestre hanno riscontrato che all’aumentare del numero dei dipendenti diminuisce lo svantaggio fiscale. Oltre la soglia dei dieci dipendenti la situazione si inverte: nel rapporto tra dare e avere col Fisco, le aziende cominciano a guadagnare. "Peccato che al di sotto di questa soglia troviamo il 95% delle imprese italiane", hanno chiosato gli artigiani di Mestre.

Artigiano che lavora da solo

Con una pressione fiscale che nel 2013 si è attestata al 53%, ha pagato 319 euro in più rispetto al 2012. Un artigiano, che lavora da solo e ha un reddito annuo di 35mila euro, ha versato allo Stato e agli Enti locali 18.564 euro. Anche per l’anno in corso le tasse sono destinate ad aumentare: nel 2014 pagherà 154 euro in più e, rispetto al 2011 (ultimo anno di applicazione dell’Ici), l’aggravio sarà di ben 1.216 euro.

Commerciante senza dipendenti

Con una pressione fiscale che l’anno scorso ha quasi raggiunto la soglia del 53%, rispetto al 2012 un commerciante senza dipendenti con un reddito annuo di 30mila euro ha versato 329 euro in più. Tra tasse, imposte e contributi ha pagato complessivamente 15.882 euro. Nel 2014 il peso fiscale è destinato ad aumentare di altri 184 euro. Se il confronto viene fatto tra il 2014 e il 2011, la maggiore tassazione a suo carico è di 1.362 euro. L’Ufficio studi della Cgia evidenzia che oltre il 70% degli artigiani e dei commercianti presenti nel nostro Paese lavora da solo.

Impresa artigiana composta da 2 soci e 5 dipendenti

Con un peso fiscale che nel 2013 ha sfiorato il 59%, l’aggravio per le imprese artigiane con reddito annuo di 80mila euro è stato di 273 euro rispetto all’anno precedente. Complessivamente, il carico di tasse e imposte versate è stato pari a 46.882 euro. Nel 2014 ci sarà un ulteriore incremento di 423 euro. Se il confronto viene fatto tra il 2014 e il 2011, l’inasprimento sarà di 1.191 euro.

Piccola impresa con 2 soci e 10 dipendenti

La pressione fiscale sulle piccole impresa con reddito di 100mila euro al lordo dei compensi degli amministratori pari a 60mila euro ha toccato il 63,4%. Rispetto al 2012 ha pagato 1.

022 euro in più, mentre quest’anno il conto salirà di altri 285 euro. L’ammontare delle tasse e dei contributi versati nel 2013 è stato pari a 63.424 euro circa. Tra il 2014 e il 2011, l’inasprimento sarà pari a 2.016 euro.

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