Le Pagine Gialle finiscono a due fondi speculativi

Goldentree con il 26% e l'hedge fund Lasry Marc al 24% sono i due nuovi soci controllo della Seat

Le Pagine Gialle finiscono a due fondi speculativi

Cambia la mappa dell'azionariato di Seat. Dopo il maxi-aumento di capitale, che ha cancellato il debito da 1,5 miliardi assegnando prima di Natale nuove azioni alle banche e agli obbligazionisti, i nuovi soci di riferimento della società delle Pagine Gialle sono i fondi speculativi con in testa Goldentree Asset Management e Avenue Capital di Marc Lasry. Altre banche e Fondi figurano con quote significative, mentre è rimasto flottante in Borsa una quota intorno al 39 per cento.

Goldentree è una società con base a Londra e New York e 21 miliardi di dollari di asset in gestione, che punta ad alti rendimenti con un focus sui crediti ristrutturati. Attraverso una società di diritto scozzese (al 24,5%) e altre piccole partecipazioni in Lussemburgo detiene dal 23 dicembre una quota complessiva del 26,12% di Seat.

Avenue Capital ha, dalla stessa data, il 23,87% dell'azienda italiana tramite la lussemburghese Gl Europe. Fondata dal finanziere statunitense di origini marocchine Marc Lasry, appassionato di hedge fund, nonchè di pallacanestro (è uno dei proprietari dei Milwaukee Bucks, squadra dell'Nba), Avenue Capital gestisce 13,9 miliardi di dollari di asset ed è anch'essa specializzata in ristrutturazioni e aziende in difficoltà.

I due nuovi soci forti sono venuti allo scoperto con comunicazioni alla Consob. Ma le novità nella compagine azionaria non si fermano qui: Royal Bank of Scotland, ex capofila dei creditori bancari, ha ora una quota del 4,22% mentre altri fondi speculativi, Bennet Management Corporation ed Elvis Leigh, detengono rispettivamente il 3,36% e il 3,23 per cento del capitale. Data la loro presenza sotto la soglia rilevante del 5% i tre soggetti si sono avvalsi della facoltà di non comunicare alla Commissione le loro quote.

I vertici di Seat, in scadenza in primavera, dopo le divergenze che all'inizio del mese hanno portato all'uscita del presidente Guido De Vivo, per ora si limitano a prendere atto del cambiamenti nell'azionariato.

A metà mese è previsto un cda mentre il 27 gennaio è convocata l'assemblea: dovrà votare la proposta transattiva da 30 milioni degli ex amministratori cui l'azienda aveva chiesto di risarcire danni stimati in 1,5 miliardi per la gestione che ha provocato il dissesto del gruppo a partire dall'acquisto a debito, nel 2003, ad opera dei fondi di private equity Permira, Investitori Associati, Cvc e Bc Partners.

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