Economia

Renzi non taglia la spesa? A pagare sono le famiglie

Il governo ha tempo fino al 2018. Altrimenti le famiglie pagheranno al Fisco 1.100 euro in più

Renzi non taglia la spesa? A pagare sono le famiglie

Se entro il 2018 il governo non riuscirà a tagliare quasi 29 miliardi di euro di spesa pubblica, le famiglie italiane potrebbero subire un aggravio fiscale di oltre 1.100 euro. In un orizzonte neanche troppo lontano ci sono, infatti, l'aumento delle aliquote Iva e il ritocco all’insù delle accise sui carburanti. Rincari che il premier Matteo Renzi non sta facendo nulla per scongiurare.

In un recente report la Cgia di Mestre ha messo in fila gli effetti delle clausole di salvaguardia che le leggi di Stabilità del biennio 2014-2015 hanno previsto per i prossimi anni. Uno scenario che verosimilmente potrebbe concretizzarsi, viste le difficoltà che l'esecutivo sta incontrando nel ridurre le uscite dello Stato. "Le clausole di salvaguardia - ricorda il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi - sono una sorta di garanzia che il nostro governo dà all’Unione europea". In altre parole, il nostro Paese si impegna a rispettare i vincoli di bilancio richiesti a Bruxelles tagliando la spesa pubblica. Diversamente, scatteranno in automatico gli aumenti di imposta che garantiscono comunque i saldi di bilancio. Insomma, qualora l'esecutivo non dovesse riuscire a tagliare sprechi e sperperi, a pagare il conto saranno ancora una volta gli italiani che subiranno l’aumento dell’Iva e delle accise sui carburanti.

Come spiegano gli analisti della Cgia di Mestre, il governo Renzi dovrà razionalizzare la spesa di 16,8 miliardi nel 2016, che saliranno a 26,2 nel 2017 e a 28,9 nel 2018. "Se questi risultati non saranno raggiunti - fanno notare - è previsto un aumento dell’aliquota Iva di 2 punti a partire dal primo gennaio del 2016, sia per quella attualmente al 10% sia per quella al 22%". Dal primo gennaio 2017 entrambe le aliquote subiranno un altro ritocco dell'1%, mentre dal primo gennaio 2018 aumenterà di un altro 0,5% solo quella più elevata. Alla fine del triennio 2016-2018, l’aliquota inferiore potrebbe arrivare al 13%, mentre l’altra al 25,5%.

Analogamente, se non verranno raggiunti gli obiettivi in termine di riduzione della spesa, dal primo gennaio 2018 scatterà un ulteriore aumento dell’accisa sui carburanti in misura tale da assicurare in quell’anno maggiori entrate nette per almeno 700 milioni di euro. Insomma, un vero e proprio salasso

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