Fiato sospeso su Banca Carige che ha chiuso la seduta invariata a 0,0082 euro, mentre si avvicina il redde rationem. La tensione è palpabile, persino la stampa estera inizia a interrogarsi sul futuro dell'ottava banca italiana che resta la sorvegliata speciale dell'Europa insieme al Monte dei Paschi. Il 3 agosto il cda della istituto, oltre all'approvazione dei dati trimestrali (che, secondo le stime di Mediobanca, dovrebbero evidenziare un utile netto di 25 milioni rispetto al rosso di 114 milioni di un anno fa), dovrà fissare la data dell'assemblea degli azionisti chiamata a rinnovare il vertice. La richiesta di azzeramento del cda, dopo i quattro addii di peso che si sono succeduti in queste settimane (tra cui quelle del presidente Giuseppe Tesauro e del vice Vittorio Malacalza che ha annunciato l'uscita ma resterà al suo posto fino all'appuntamento con i soci), è stata infatti presentata da Raffaele Mincione (che ufficialmente ha in mano il 5,4% del capitale ma, secondo le sue stesse parole, potrebbe essere salito alla soglia del 9,9%) e, successivamente, dalla Malacalza Investimenti (al 20,6%). I tempi saranno fondamentali per l'esito dell'assemblea. Anche se, come ha richiesto la Bce nella lettera di richiamo inviato a Carige venerdì, le nomine non potranno essere posticipate oltre il 30 settembre. Nel mezzo, l'agosto più bollente vissuto da Carige in questi 600 anni di storia. La guerra tra Malacalza e l'ad Paolo Fiorentino (in foto) ha già portato all'apertura di un'inchiesta a Genova oltre all'aumento della soglia di attenzione delle autorità di controllo europee e italiane. Secondo indiscrezioni raccolte dalla stampa locale, la Guardia di Finanza avrebbe sequestrato i verbali e le registrazioni degli ultimi cda della banca.
Sarà una sfida
all'ultimo voto tra Malacalza e Mincione pronto, pare, ad allearsi con Gabriele Volpi (al 9,1%) per assumere le leve di comando. Non mancano, tuttavia, i punti interrogativi sui paletti normativi previsti dal testo unico bancario.
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