Economia

Soros contro BlackRock: "Gli investimenti in Cina sono un grande errore"

Il finanziere avverte il fondo Usa dopo la crisi di Evergrande. A rischio Suning e l'Inter

Soros contro BlackRock: "Gli investimenti in Cina sono un grande errore"

A investire in Cina si rischia solo di perdere soldi e di finanziare il principale antagonista degli Usa. È questa la tesi di George Soros che, dalle pagine del Wall Street Journal, ha invitato BlackRock a fare retromarcia. Il colosso del risparmio gestito è stato il primo gruppo straniero autorizzato a lanciare strumenti finanziari sul mercato locale e, al contempo, ha invitato gli investitori ad aumentare le fiche su Pechino. «Un errore tragico» a giudizio del raider ungherese secondo cui «è probabile che BlackRock perda denaro e, ancor più rilevante, danneggi gli interessi della sicurezza nazionale degli Usa e di altre democrazie».

L'escalation della crisi di liquidità che, partita dal secondo gruppo immobiliare cinese Evergrande, rischia di contagiare l'universo finanziario globale, sembra confermare in queste ore la teoria di Soros. Ieri Moody's ha tagliato per la terza volta da giugno il giudizio sul debito di Evergrande (a Caa1 da Ca) portandolo a ridosso dell'insolvenza. Lo scenario, secondo l'agenzia di rating, rimane negativo in quanto le fonti di finanziamento stanno assottigliandosi di pari passo con la crescente pressione sulla struttura finanziaria del gruppo (nel 2022 arriveranno a scadenza 7,4 miliardi di dollari di bond). E un default della società, che sul mercato ha bond in dollari per 104 miliardi (su un debito complessivo di 302 miliardi), potrebbe a sua volta innescare un corto circuito tra investitori non solo cinesi, oltre ad avere delle ripercussioni sul mercato delle costruzioni e delle materie prime. Perfino l'Inter potrebbe essere travolta dall'onda lunga del fallimento cinese. Zhang Jindong, che controlla il club milanese tramite Suning Holdings, ha puntato nel 2017 all'incirca 2,6 miliardi di euro in titoli Evergrande Real Estate (controllata da Evergrande) che rischiano di ridursi a carta straccia (la partecipazione vale, secondo le stime, l'80% in meno) in caso di default di Evergrande, complicando in ultimo la situazione dell'Inter, tanto più che la stessa Suning Holdings è alle prese con un piano di ristrutturazione. Lo stessa Moody's evidenzia «la scarsa possibilità di recupero da parte dei creditori di Evergrande in caso di default».

Non manca chi teme una replica di quanto accaduto proprio tredici anni fa con il crack di Lehman Brothers, inizialmente ritenuta too big too fail. Proprio come Evergrande che vanta asset in portafoglio per 351 miliardi di dollari ma che, con l'esodo degli investitori registrato nelle ultime ore, è tornata sul listino di Hong Kong ai valori dell'Ipo del 2009, con un calo da inizio anno del 76 per cento. Anche nel 2008 i venti della crisi finanziaria globale avevano iniziato a spirare dal mercato immobiliare. In questo scenario si inserisce il monito Soros.

Il finanziere ricorda infatti a Larry Fink, numero uno di BlackRock, le profonde radici della crisi immobiliare in corso nel Celeste Impero, oltre alla strategia politica del presidente Xi Jinping abituato, a suo dire, «a utilizzare le società cinesi come strumenti di uno stato monopartitico».

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