Economia

Trump dà una picconata al welfare di Obama. E risparmia un miliardo

Il presidente Usa stringe i requisiti che assegnano i buoni pasto ai meno abbienti

Trump dà una picconata al welfare di Obama. E risparmia un miliardo

Donald Trump dà una prima spallata all'assistenzialismo pubblico su cui Barack Obama aveva costruito parte del proprio consenso. Comincia, il tycoon, aggredendo i buoni pasto, uno dei capisaldi del welfare a stelle e strisce. Strumento di tutela per i più deboli secondo i democratici, sorta di valium sociale per i repubblicani che li vorrebbero abolire, sui cosiddetti «food stamp» scatta da oggi il giro di vite.

La Casa Bianca intende rimodulare i criteri che fino a ora hanno permesso ai singoli Stati di ottenere deroghe dall'obbligo di lavorare o partecipare a un corso di formazione professionale per chi beneficia del sostegno alimentare. In pratica, le esenzioni non scatteranno più se lo scarto fra il tasso di disoccupazione nazionale (attualmente al 3,6%) e quello statale è del 20% superiore, ma riguarderanno unicamente gli adulti oltre i 50 anni, i disabili, le donne in stato di gravidanza e chiunque abbia un figlio minorenne.

In base alle prime stime, verrebbero tagliati 700-750mila buoni pasto, con un risparmio per il primo anno di oltre un miliardo di dollari e di quasi otto miliardi annui a partire dal quinto. In effetti, i conti tornano. L'indennità pro-capite mensile sotto forma di food stamp è stata nel 2018 di 127 dollari (meno di un dollaro e mezzo a pasto) ed è stata assegnata a 36,4 milioni di persone.

Data l'esiguità del sostegno, una delle cause che spinge la gente a riempire i carrelli di cibo-spazzatura, viene da chiedersi se il gioco valga la candela. Alcuni osservatori paventano il rischio di tensioni sociali che potrebbero sfociare in rivolte cittadine, soprattutto nei centri che soffrono dell'ormai conclamata recessione nel settore industriale e dove è in aumento il numero di chi è a spasso. E la situazione potrebbe peggiorare nei prossimi anni: entro il 2030 decine di milioni di posti di lavoro andranno persi a causa dell'intelligenza artificiale e dell'automazione sempre più spinta.

Più nell'immediato, a meno di un anno dalla corsa per le presidenziali, quella di The Donald certo non è una mossa tesa a catturare consensi negli strati meno abbienti della popolazione. Trump è convinto di non pescare voti fra gli indigenti. E probabilmente ha ragione.

Ma quel ceto medio che l'ha votato in massa perché massacrato dalle politiche di Obama, in bilico tra l'assistenzialismo più deteriore e le furbe strizzate d'occhio al capitalismo rapace di Wall Street, potrebbe temere che l'assalto ai food stamp sia solo la prima picconata, e volgere così lo sguardo verso il candidato democratico.

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