Non è un errore di stampa, avete letto bene, il titolo è proprio quello. Sì, Sì. Dico di Claudio Burlando, della sua erre blesa, delle sue parole mangiate, dei suoi concetti un po abbozzati in cui, spesso, è linterlocutore che deve arrivare alla traduzione. Insomma, proprio il contrario di come si pensa che dovrebbe essere un comunicatore. Eppure, dico proprio del presidente della Regione Liguria.
Non sono nemmeno impazzito. Su queste pagine, a Burlando e ai suoi non ne facciamo passare una. E così continueremo a fare, come è giusto che sia per una stampa libera. Faceva tenerezza, nei giorni scorsi, leggere su altri giornali cittadini articoli sullaumento del bollo auto che tentatavano pateticamente di smentire le nostre notizie sul fatto che laumento non sarà una tantum, ma resterà a lungo. Così come fa sorridere scoprire che ci sono testate che si sono accorte ieri che ci sono aumenti record per il bollo auto. Avessero letto per tempo il Giornale, lavrebbero saputo da un anno.
Insomma, qui, a Burlando non ne perdoniamo una. E siamo convintissimi che se la Liguria fosse rimasta a Biasotti e lItalia a Berlusconi staremmo qui a raccontare unaltra storia di sviluppo, di futuro, di domani per Genova. La visione strategica dellex governatore è sostituita dal tran-tran della navigazione a vista dellattuale giunta. E il presidente non ne è nemmeno il principale colpevole. Ma è travolto quotidianamente da una coalizione, da una giunta e da una maggioranza il cui obiettivo più visibile sembra essere il mantenimento dello statu quo.
Eppure, nella chiarezza dei rapporti e sapendo che siamo pronti a levargli la pelle tutti i giorni, devo fare lelogio di Burlando. Semel in anno, avevo detto laltra volta. Ma, raddoppio volentieri. Bis in anno: siamo avversari, non certo nemici. Perchè devo dare atto a Claudio Burlando - ben coaudiuvato dalla portavoce Nuccia Cifarelli - di gestire bene la comunicazione, di parlare con tutti, senza fare figli e figliastri. Rispondendo con cortesia e precisione ad ogni richiesta di chiarimento, anche e soprattutto a quelle che arrivano dai suoi critici. Se non altro in questo (una cosa, almeno!) facendo meglio del suo predecessore. E, credetemi, è un grosso pregio.
Talmente grosso che, negli ultimi giorni, è quasi sembrato che fosse davvero lui, lex ministro del governo Prodi uno, uno dei capofila della rivolta contro il governo Prodi bis. Che, come dire, è un po troppo. Ma bravo Claudio a far passare il messaggio del governatore di governo e di opposizione. Non è una burla, è Burlando.
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