I punti chiave
Il mondo del calcio trema: la Commissione Europea ha dato parere favorevole per rivedere le norme dell'Ue sul cosiddetto "geo-blocking", ossia i blocchi geografici attualmente in vigore per quanto riguarda i servizi di streaming. Nonostante oggi sia già possibile effettuare acquisti e poter usufruire dei servizi che propongono i Paesi al di fuori dell'Italia, i deputati vorrebbero eliminare qualsiasi barriera rimanente. I sì sono stati 376, 111 contrari e 107 astenuti. Le norme, invece, sono diverse per quanto riguarda le partite di calcio e gli avvenimenti sportivi.
Cosa potrebbe cambiare
Non è per nulla d'accordo, però, l'Amministratore Delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo, il quale ha dichiarato di opporsi "strenuamente all’abolizione del geo-blocking perché metterebbe a serio rischio la sostenibilità economica del settore calcio e film in tutta Europa, con un indebito vantaggio alle grandi piattaforme Netflix, Amazon o Disney. Si rischia di mandare in frantumi l’intero sistema".
In pratica, se venisse eliminato il geo-blocking, oltre a una rivoluzione sullo streaming in generale, lo sport e il calcio subirebbero gli effetti maggiori perché, ad esempio, ci si potrebbe abbonare al campionato italiano di Serie A non soltanto tramite le piattaforme oggi disponibili (Sky, Dazn) ma anche da pacchetti che propone, ad esempio, la Lituania. Lo stesso discorso vale per la Champions League: chi non volesse vederla su Prime, ad esempio, potrebbe farsi ingolosire dalle proposte che arrivano dal Portogallo. Il timore di De Siervo, quindi, è che quei fior di miliardi di diritti tv non starebbero più in piedi crollando come un castello di sabbia.
La parola geo-blocking indica letteralmente i "blocchi geografici" che alla luce di quanto accaduto nelle ultime ore verranno rivisti entro un anno, ossia il 2025: questa tecnologia filtra i contenuti in Rete in base all'area geografica da cui ci si collega e si applica a tutti gli eventi streming così da salvaguardare i diritti ottenuti in quel Paese. Senza i blocchi, invece, i servizi audio e video potrebbero estendersi senza problemi a tutti i Paesi Ue con gli esempi sopra descritti.
Alla fine, però, il Parlamento europeo si è opposto alla richiesta della Commissione con grande soddisfazione di De Siervo. "Accogliamo con soddisfazione l'esito di oggi della sessione plenaria del Parlamento europeo, che ha respinto la richiesta alla Commissione di presentare una revisione del regolamento sul Geo-blocking entro il 2025 che avrebbe incluso i contenuti sportivi e cinematografici", sottolineando che il Parlamento "ha riconosciuto la peculiarità dei servizi Audio Visual, che se inseriti in una cancellazione del Geo-blocking subirebbero un aumento dei prezzi per i consumatori e una significativa diminuzione di investimenti.
Infine, ma non ultimo come importanza, il Parlamento nella sua votazione di oggi ha riconosciuto che il mantenimento del Geo-blocking per i prodotti protetti da copyright è uno dei principali strumenti per garantire la diversità culturale, viceversa ci sarebbe il rischio di ridurre il numero dei canali di distribuzione di contenuti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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