«Ero solo una caratterista e stavo per mollare Mi ha salvato Lino Banfi»

La protagonista di «Raccontami» sarà a fianco di Angela Finocchiaro in «Suocere»: «Prima di “Un medico in famiglia” volevo cambiare mestiere»

da Milano

«Avrei tanto voluto interpretare il ruolo di Meryl Streep in Il diavolo veste Prada, cattiva e piena di soldi, non ne posso più di fare la poveraccia». Ride Lunetta Savino, perché sa bene che non sarebbe arrivata a ruoli da protagonista come quello di Elena in Raccontami 2 (la terza puntata va in onda martedì su Raiuno), senza quella «poveraccia» di Cettina di Un medico in famiglia.
«Mi onora interpretare donne che provano la fatica di vivere», continua l’attrice. «Prima di Un medico in famiglia ero considerata una buona caratterista, la lunga gavetta non aveva pagato e a quarant’anni vivevo di ruoli piccoli e mal retribuiti. Pensavo di mollare, però mi rimisi in gioco da comica, in un monologo teatrale. Non basta sapere che sei brava, devi farlo capire anche agli altri. E con questo spirito affrontai i provini in Rai».
Fino ad aggiudicarsi personaggi importanti come quello di Elena. Raccontami, da un format spagnolo come il Un medico in famiglia, ha debuttato l’anno scorso raggiungendo i sette milioni di telespettatori. Il secondo capitolo, invece, ha stentato, lunedì scorso, mentre andavano in onda anche Zelig e L’isola dei famosi. Se lo aspettava, signora Savino?
«Sono molto arrabbiata perché Raccontami è un prodotto da domenica sera, per tutta la famiglia. Il passato rivive attraverso i ricordi divertiti e poetici di un bambino, non c’è pretesa di precisione, il velo della memoria sfuma i contorni e i tipi umani hanno toni molto più accesi che nella realtà».
I migliori anni, Tutti pazzi per la tele, Raccontami: l’amarcord funziona perché la Rai si rivolge a un pubblico anziano, o perché gli italiani sono in cerca di un’identità collettiva?
«C’è la tendenza a usare il passato come istruzioni per l’uso del presente. E si guarda alle epoche in cui i cambiamenti non generavano panico, ma speranza».
Le fiction ispirate alla cronaca sono sempre più diffuse. Il genere riscopre la vocazione al sociale?
«Secondo me c’è poca inventiva, sembra più facile raccontare ciò che si conosce».
Dicono che fare ridere, per un attore, sia più difficile che commuovere. La sua opinione?
«Concorde. I tempi comici o li hai o non li hai, non si insegnano. Come la capacità di vedere la vita in un certo modo. Per me il massimo è giocare su entrambi i registri magari recitando in costume un ruolo tipo Coco Chanel».
In Raccontami 2 la sua Elena è diventata nonna. Per l’interpretazione ha rubato qualcosa al nonno Libero del Medico?
«A Lino Banfi cerco di rubare il più possibile, da sempre. Ha tempi comici inesorabili, imparare a sintonizzarsi è un esercizio efficace. Banfi mette del suo anche dietro le quinte, è una caratteristica degli artisti che vengono dal varietà, una scuola vera».
In Un medico in famiglia 6 comparirà in un solo episodio. Si è sentita in trappola come i suoi colleghi che hanno abbandonato la serie?
«Devi avere il coraggio di dire basta se vuoi sperimentarti altrove, ma io sono grata a Cettina: è stata la mia grande occasione ed è un personaggio bello, comico e umano. Sul set non mi sono mai annoiata. A parte durante le scene al tavolo da pranzo: apparecchi, sparecchi, sempre le stesse azioni...».
Nel 2009 la vedremo nei panni di una mamma un po’ “grossiere” nella fiction Suocere, in coppia con Angela Finocchiaro che fa la nobildonna...
«... e vi divertirete molto.

Poi porterò in tournée lo spettacolo Casa di bambola, con cui ho vinto il premio Gassman. Spero di girare presto un film per il cinema, la storia è già pronta. Beh, manca il produttore, certo, ma nel mio mestiere saper credere ai sogni serve».

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