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Follia tra i soldati: colpa di una pillola

L'antimalarico, proibito solo dal Pentagono, può provocare ansia, crisi psicotiche e istinti suicidi

Follia tra i soldati: colpa di una pillola

Un farmaco antimalarico utilizzato per anni dai soldati inglesi, americani, italiani e di altri Paesi alleati provoca ansie, psicosi ed istinti suicidi. Lo scandalo è scoppiato ieri mattina sulle pagine del quotidiano Independent di Londra. Almeno 2500 soldati inglesi continuano ad usarlo, ma il Pentagono ha proibito il Lariam, utilizzato anche dai normali viaggiatori in zone esotiche per brevi periodi. Le truppe italiane lo stanno usando dalla prima guerra del Golfo del 1991 all'Afghanistan. E lo utilizzano ancora soprattutto nelle missioni africane in Somalia, Uganda, Mali. Un medico militare, che è stato in prima linea, ha rivelato al Giornale: «Ci sono stati casi di aumento dell'ansia che potevano essere collegati al Lariam. Sospesa la somministrazione il militare tornava alla normalità». Ai piloti non viene somministrato proprio per gli effetti collaterali. L'ammiraglio Mario Tarabbo, vice ispettore generale della sanità militare, invece garantisce che «non si è mai verificato un caso psicotico grave fra i militari italiani per l'uso del Lariam».

Gli episodi citati dall'Independent (vedi box) che hanno coinvolto soldati inglesi, americani e canadesi riguardano torture, suicidi e stragi di civili. Il tenente colonnello medico britannico Ashley Croft, in pensione da aprile, non ha dubbi: «Da 12 anni ripeto che è un farmaco potenzialmente dannoso. Alcune persone possono avere pensieri psicotici e agire in maniera irrazionale diventando pericolose per se stesse, per i commilitoni oppure per i civili».
L'Independent rivela che dai primi di settembre il Comando delle forze speciali americane ha ordinato «al personale medico di cessare immediatamente la prescrizione della meflochina (sostanza principale del Lariam, nda) per la profilassi antimalarica». Gli americani sono convinti che dopo un prolungato utilizzo «allucinazioni e comportamento psicotico possono continuare per mesi o anni». Remington Nevin, ex psichiatra militare Usa, ha dichiarato che «questo farmaco è l'agente arancione dell'attuale generazione di soldati». Il riferimento è al defoliante cancerogeno usato in Vietnam. I militari italiani hanno utilizzato per la prima volta il discusso antimalarico nella guerra del Golfo del 1991, «ma poi l'abbiamo sospeso perchè non c'era il rischio» spiega l'ammiraglio Tarabbo. I marinai sono tornati ad usarlo nel 1995 durante il delicato ripiegamento dalla Somalia.

«In Afghanistan il farmaco è stato utilizzato in maniera spropositata dai contingenti nei primi anni di missione», denuncia un ufficiale veterano delle operazioni all'estero. Fin dal 2002 il colonnello dell'Aeronautica, Roberto Biselli, scriveva in un saggio sulla «politica di prevenzione vaccinale nelle Forze Armate Italiane», che l'«utilizzo prolungato» del Lariam «è tutt'ora sconsigliato soprattutto per gli effetti collaterali rappresentati (...) da manifestazioni di tipo neuropsichiatrico, (ansia, depressione, disturbi del sonno, incubi, allucinazioni) che nel 70% dei casi insorgono dopo le prime tre somministrazioni». La dose è di una pastiglia alla settimana ed i nostri militari stanno in teatro di operazioni per 4-6 mesi.
«Rispettiamo le indicazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità che indica rischio malaria anche in Afghanistan - sostiene l'ammiraglio Tarabbo -. Abbiamo un centro di intelligence medica che poi modula l'utilizzo nelle specifiche zone dei teatri operativi a seconda del rischio più o meno alto, oppure zero come a Kabul».

La prescrizione del Lariam in Afghanistan, secondo fonti del Giornale, era prevista fino al 2010, ma molti militari non assumevano il farmaco proprio per gli effetti collaterali compresi problemi al fegato e diarrea. Nel 2011 una circolare del Coi, Comando operativo interforze, avrebbe sospeso l'uso dell'antimalarico in Afghanistan a cominciare dalle forze speciali. Le missioni dove si continua ad usare sono quelle in Africa. Al momento abbiamo 66 uomini fra la Somalia, il Mali e il Nord Africa, ma durante l'anno sono molti di più a causa della rotazione. Secondo una fonte con le stellette del Giornale «è opinione diffusa fra gli ufficiali medici che questo antimalarico provoca effetti collaterali.

Se vado in Kenya passi, ma in Medio Oriente, fino all'Afghanistan, era meglio non usarlo».

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