Mondiali in Russia, l'Fbi interroga Abramovich

Sospetti di corruzione nell'assegnazione dei Mondiali di calcio 2018 alla Russia: è l'ultima pista sul coinvolgimento dell'oligarca Roman Abramovich in una presunta indagine dell'Fbi, dopo quella sulla misteriosa morte a Londra del suo ex socio Boris Berezovski e sul possibile riciclaggio di denaro. A evocarla è stato un noto avvocato russo, Alexander Dobrovinski, fra i primi ad aver diffuso la notizia del suicidio di Berezovski, e che lunedì aveva alimentato lo scenario del riciclaggio per Abramovich. Ieri, correggendo il tiro, ha sostenuto che il patron del Chelsea «è stato convocato dall'Fbi per essere interrogato, perchè gli americani vogliono sapere come la Russia si è aggiudicata il diritto di ospitare i Mondiali di calcio del 2018». «L'Fbi sospetta che ci sia corruzione dietro questa scelta», ha aggiunto, senza rivelare la sua fonte, che reputa però «assolutamente attendibile». Anche questa volta la smentita del portavoce di Abramovich non si è fatta attendere
Certo, la pista dei mondiali di calcio sfrutta un terreno già pieno di sospetti tra i media, sin da quando nel 2009 lo stesso Abramovich mise mano al suo portafoglio per sostenere la campagna promozionale della Russia in vista dell'assegnazione dei Mondiali del 2018, consentendo al budget pubblico di 18 milioni di euro di salire a 28. Per non parlare degli «incontri segreti» tra Putin e un terzo dei membri del comitato esecutivo della Fifa, rivelati lo scorso dicembre in una intervista a Sport Express dall'ex presidente dell'Unione calcistica russa Viaceslav Koloskov. Ma sfugge la competenza dell'Fbi a indagare su eventuali episodi di corruzione nei confronti di membri della Fifa. Resterebbe in piedi l'ipotesi di qualche legame con l'inchiesta sulla morte di Berezovsky: è la tesi di Rbk tv, l'emittente che lunedì ha lanciato per prima la notizia del presunto fermo in Usa di Abramovich, collegandola a una richiesta dei servizi segreti britannici.

Tesi confermata da Serghei Sokolov, ex dirigente dell'agenzia di sicurezza Atoll, che ha evocato pure informazioni pericolose per alcuni imprenditori e politici russi in possesso sia dell'ormai defunto Berezovsky sia di Abramovich.
Non è escluso che nella magione dove è morto Berezovsky, la «bestia nera» di Putin, siano state trovate carte interessanti, ma per ora sono solo congetture.