Il declino di Sanna Marin: così si è spenta l'icona pop della sinistra

L'ex premier si è dimessa da leader del partito socialdemocratico, l'ultimo atto di un declino culminato con le elezioni politiche. Così si è spenta la stella preferita dai media liberal

Il declino di Sanna Marin: così si è spenta l'icona pop della sinistra

Sic transit gloria mundi. Nel giro di poche settimane l'icona della politica liberal europea, Sanna Marin, è passata dalle prime pagine di giornali e rotocalchi, a una mesta uscita di scena dopo la sconfitta alle elezioni nazionali finlandesi dello scorso fine settimana.

Oggi è arrivato l'annuncio che la Marin si dimetterà a settembre da leader del partito socialdemocratico di Finlandia e non si candiderà "per un altro mandato come leader dell'SDP al prossimo congresso". Ad affermarlo è l'ex premier finlandese in una conferenza stampa in cui ha spiegato che continuerà comunque a svolgere la sua attività politica come membro del neoeletto Parlamento. Nonostante ciò, è evidente che si tratti di una diminutio del suo ruolo per quanto la Marin abbia affermato: “Ora è il momento di unirsi di nuovo ai ranghi e di dimettersi dalla posizione di presidente del partito”. La Marin ha poi aggiunto: “Questi sono stati anni eccezionalmente difficili e tempi difficili, ora, visto il risultato elettorale, penso di avere l'opportunità di voltare pagina nella mia vita”.

La vittoria alle elezioni politiche dei conservatori del Partito della coalizione nazionale guidata dall'ex ministro delle Finanze Petter Orpo è stata una doccia fredda per Sanna Marin che, dopo la gestione della pandemia e l'ingresso della Finlandia nella Nato, pensava in una riconferma alla guida del paese scandinavo. Una convinzione nata anche dalla mitizzazione che è stata fatta dalla stampa europea della Marin come icona del riformismo, paladina della libertà dopo lo scandalo dei video pubblicati durante una festa intenta a ballare senza freni e futuro della politica europea.

Rileggere oggi i titoli della stampa liberal italiana sulla Marin fa sorridere: “La premier giovane e bella”, “I finlandesi con Sannar Marin 'Basta attacchi misogini contro la premier'”, “solidarietà a Sanna Marin” e così via. Un profluvio di parole per elogiare l'ex premier finlandese. Poi la doccia fredda con il risultato delle elezioni. A giudicare dalla vittoria dei conservatori verrebbe da dire con una battuta che i finlandesi non leggono i giornali italiani.

Da qui il tentativo di ridimensionare la sconfitta “il suo partito è cresciuto”, “i finlandesi non l'hanno capita”, “è troppo avanti per i tempi” e via dicendo. Nessuna autocritica su un modus operandi che tanto nella politica italiana quanto in quella europea è ormai diventato normale per alcuni commentatori e media.

Lo schema è tanto semplice quanto fallimentare: individuare un'icona, esaltarla mediaticamente, pomparla il più possibile, mitizzarla in caso di successo, scaricarla se fallisce e riniziare la ricerca di una nuova icona. Una strategia che va avanti all'infinito e che miete una vittima dietro l'altra, l'ultima ad averne fatto le spese è proprio Sanna Marin.

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