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Finché Covid non vi separi: l'anno delle nozze in sospeso

Già annullati ventimila matrimoni, molti di più salteranno in estate. Ma per il 2021 è già previsto il tutto esaurito

Finché Covid non vi separi: l'anno delle nozze in sospeso

Lei, in abito rosa e con la mascherina bianca. Lui, in completo grigio e con la mascherina celeste. Così Emanuela e Alessandro si sono promessi amore eterno a San Prospero Strinati, provincia di Reggio Emilia.

L'hanno fatto a dispetto della pandemia, delle restrizioni e della distanza di sicurezza. Celebrando il loro matrimonio in chiesa, davanti al parroco, ai testimoni e a pochissimi parenti. Perché Emanuela e Alessandro avevano programmato le loro nozze da tanto tempo e proprio non se la sono sentita di annullarle, a costo di dovere rimandare la festa al prossimo futuro.

EVENTI BLOCCATI

In tempi di coronavirus a essersi fermati non sono solo negozi, uffici, parrucchieri e palestre. Tutti gli eventi - dalle feste di matrimonio ai meeting aziendali - sono congelati da metà marzo e, nonostante la fase 2 già molto avanzata, non è ancora chiaro quando sarà possibile ricominciare. E così se pochissimi sposi hanno deciso di non rinunciare al loro sogno nonostante le difficoltà, la maggior parte ha già rinviato al prossimo anno. Nei casi più estremi addirittura al 2022.

Il risultato è che tutto il comparto soffre, con tantissime aziende sull'orlo del fallimento. In Italia il settore degli eventi impegna circa 46mila imprese e un milione di lavoratori, generando un business da 33 miliardi di euro all'anno.

Di questi già 26mila sono andati in fumo, in base all'amara contabilità di questo periodo di Assoeventi, l'associazione di Confindustria che riunisce la categoria. Se si stringe il campo ai soli matrimoni, quelli in programma nel 2020 erano 217mila, il 30 per cento dei quali organizzati da coppie straniere. Le nozze saltate fra marzo e maggio sono già 20mila, ma la previsione per i prossimi mesi è molto più nera.

«Entro settembre perderemo almeno l'80 per cento delle celebrazioni fissate per quest'anno - calcola con rammarico il presidente Michele Boccardi -. Al momento il danno economico ammonta a otto miliardi di euro, ma si tratta di una cifra destinata a salire. Siamo in una situazione di assoluta incertezza perché fino a oggi il settore eventi è completamente fermo e nessuna categoria sembra destinata alla riapertura in tempi rapidi. In questo clima la maggior parte delle coppie è stata costretta a rinunciare. Specialmente quelle straniere, che avrebbero anche problemi di viaggio e spostamento».

Così nelle Regioni più gettonate da chi arriva dall'estero - Puglia, Toscana e Sardegna soprattutto - tutta la filiera è in ginocchio. «La maggior parte degli imprenditori attivi in questo settore non ha modo di reinventarsi - prosegue Boccardi -, perché servizi e strutture sono creati su misura per eventi specifici. Attualmente non possiamo neanche dedicarci ai catering nelle case private, perché dobbiamo limitarci a consegnare il cibo, senza potere offrire il servizio completo. Quindi i ricavi sono ridotti quasi a zero. In compenso i costi di gestione sono altissimi. Una situazione che espone molti al rischio fallimento».

GLI ESCAMOTAGE PIÙ BIZZARRI

Eppure c'è chi non demorde, cercando di superare il momento critico con la fantasia. Mettendo in campo anche un notevole spirito di adattamento. Succede a Bologna, per esempio, dove un consigliere comunale ha proposto di recuperare i riti civili sospesi a causa del Covid 19 celebrandoli all'aperto, nel bel mezzo di piazza Maggiore. In attesa che l'idea possa trasformarsi in realtà, molti sposi cominciano a intravedere almeno uno spiraglio.

Decisamente originale è anche l'iniziativa di un giovane chef lombardo: per non perdere i clienti che avevano prenotato il banchetto di nozze nella sua cascina in provincia di Pavia, ha deciso di proporre un servizio delivery molto speciale: i piatti vengono recapitati a casa degli sposi e degli invitati virtuali - con tanto di istruzioni per ultimarli e presentarli alla perfezione - in modo che la festa possa svolgersi in modalità video chiamata.

E poi c'è chi, pur di non rinunciare al giorno più emozionante della sua vita, ha deciso di affidarsi a Facebook. È il caso di Martina e Stefano che, dopo avere dato appuntamento ai testimoni in una sala del Comune di Vigevano, si sono scambiati le fedi in diretta sul social network davanti a genitori, nonni, parenti e amici rimasti a casa. Sulla scia di quanto sta avvenendo - in misura decisamente più massiccia - negli Stati Uniti, dove le nozze in streaming sono ormai un fenomeno di massa.

IL RISIKO DEGLI ORGANIZZATORI

Resta il fatto che, al di là di qualche caso isolato, la maggior parte delle coppie sia ancora in attesa di sapere se e quando potrà celebrare il proprio matrimonio. Tempestando di telefonate i wedding planner per avere qualche rassicurazione. «In questa fase così difficile molti di noi hanno aperto sessioni speciali dedicate alle consulenze per gli sposi costretti a rimandare le nozze» racconta Monia Re, prima professionista certificata in Italia e direttore creativo dell'agenzia Kairòs, a Cuneo.

«Cerchiamo di tranquillizzarli, di offrire soluzioni fai da te e di seguirli comunque, anche se a distanza - dice -. Inoltre stiamo facendo squadra fra noi wedding planner. In questo momento siamo impegnati anche a gestire il rapporto con i fornitori, con i quali stiamo spostando tutti gli eventi al prossimo anno con un nuovo contratto. Fortunatamente alcuni imprenditori del settore stanno rispondendo alla crisi con idee innovative».

E così alcune location, in collaborazione con i videomaker, hanno cominciato a realizzare speciali tour virtuali. «Non è ancora possibile cambiare Regione, e allora alcuni video operatori si sono resi disponibili per creare visite da remoto, utilizzando anche i droni - prosegue Re -. In questo modo le strutture hanno la possibilità di farsi conoscere e di rendersi operative in vista delle prenotazioni per il 2021 e gli anni successivi».

Nel frattempo a soffrire sono soprattutto i professionisti che lavorano con gli stranieri. «Mentre le coppie italiane hanno per lo più rimandato l'evento, quelle straniere sono più inclini ad annullarlo del tutto» spiega Veronica Frasca, wedding planner titolare dell'agenzia Tailored Dream Events, a Milano. «Circa il 90 per cento dei miei clienti arriva da oltre confine, con il sogno di sposarsi nelle località più suggestive della Lombardia».

ADDIO STRANIERI

«Solo alcuni hanno accettato di aspettare il prossimo anno. Molti altri hanno deciso di sposarsi comunque, nel loro Paese». Fra eccessi di pessimismo e di ottimismo. «Mi è capitata una coppia di Santo Domingo, che avrebbe dovuto sposarsi a settembre. I futuri sposi hanno deciso di annullare tutto già fine inizio febbraio, quando la situazione in Italia era ancora decisamente sotto controllo - racconta -. Al contrario, due ragazzi francesi che avevano fissato il matrimonio a maggio hanno sperato fino all'ultimo istante di poter organizzare una festa con 130 persone. Anche in pieno lockdown. Si sono arresi all'evidenza solo a metà aprile, optando per il rinvio al prossimo anno».

Anno, il 2021, che si annuncia pieno di eventi, al punto che già oggi è difficile trovare una data libera.

Un segno di speranza per migliaia di operatori che al momento non sanno se riusciranno a sopravvivere e a fare dell'Italia quello che è stata fino a oggi: la meta preferita nel mondo per giurarsi amore eterno.

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