Fini: "La destra si riconosca nell'antifascismo"

Il leader di An: "La Rsi combatteva dalla parte sbagliata". Alla festa di Azione giovani chiede che "la destra si riconosca nei valori dell'antifascismo, riparta dalle tesi di Fiuggi". Alemanno: "Bene, siamo d'accordo. La polemica è chiusa. Anche La Russa concorda

Fini: "La destra si riconosca nell'antifascismo"

Roma - Gianfranco Fini non ci sta. Dopo aver richiamato all'ordine i suoi colonnelli Gianni Alemanno e Ignazio La Russa per i loro interventi sul fascismo e sull'8 settembre, il leader di An e presidente della Camera sceglie la festa di Azione giovani per pronunciare un'altra apertura storica: "La Rsi combatteva dalla parte sbagliata". Poi ha aggiunto: "Il fascismo abolì libertà fondamentali, fu dittatura. Non c’è nulla di più infame che affermare che un uomo è superiore per razza e le leggi razziali furono un’infamia, un'aberrazione e il male assoluto".

Antifascismo Chi è democratico "è a pieno titolo anti-fascista e la destra deve riconoscersi nell’antifascismo". Ad Atreju '08 la terza carica dello Stato ha sottolineato che "la destra politica italiana e a maggior ragione i giovani devono senza ambiguità dire alto e forte che si riconoscono in alcuni valori presenti nella nostra Costituzione, come libertà, uguaglianza e solidarietà o giustizia sociale. Sono tre valori che hanno guidato il cammino politico destra e ribadire che la destra vi si riconosce è un atto doveroso. Se in Italia - ha aggiunto Fini - non è stato così agevole, è perché non c’è stata una destra in grado di dire che ci riconosciamo in pieno nei valori anti-fascisti".

Rsi dalla parte sbagliata "È doveroso dire che, se non è in discussione la buonafede, non si può equiparare chi stava da una parte e combatteva per una causa giusta di uguaglianza e libertà e chi, fatta salva la buonafede, stava dalla parte sbagliata" attacca Fini, prendendo posizione dopo le polemiche scatenate da La Russa e da Alemanno su Salò e sulle leggi razziali. "La destra - sottolinea Fini - deve ribadire in ogni circostanza questi concetti, proprio per superare il passato, non per archiviarlo, ma per costruire una memoria che consenta al nostro popolo di andare avanti". Se quindi, spiega il presidente della Camera, che invita a "ripartire dalle tesi di Fiuggi", la destra italiana "ha la lucidità e la determinazione di ribadire che si riconosce in questi valori che sono nel pantheon dell’antifascismo, ecco se lo fa rende più agevole un’operazione culturale di ripristino di una verità qualche volta negata". Se i valori democratici sono antifascisti è anche vero che "non tutti gli antifascisti erano democratici perché chi aveva come modello l’Urss di Stalin era a pieno titolo antifascista, ma non a pieno titolo un democratico".

Alemanno: "Siamo d'accordo" "Le dichiarazioni del presidente Fini sulla condanna storica del fascismo chiudono definitivamente le polemiche di questi giorni: tutto il gruppo dirigente di Alleanza nazionale, compreso il sottoscritto, ha elaborato le tesi di Fiuggi, ha guidato il partito in questi anni e quindi non può non ritrovarsi in questo percorso e in queste dichiarazioni". Così chiude la polemica il sindaco di Roma, Gianni Alemanno.

La Russa concorda "Occorre continuare a lavorare per una memoria condivisa. In questo senso concordo pienamente con Fini come a suo tempo ho plaudito alle parole di Violante, ai libri di Pansa e alla musica di De Gregori. Questo è e resta il mio pensiero". Così il ministro della Difesa Ignazio La Russa commenta le parole di oggi di Fini.

"Non lo dico da oggi - aggiunge - essendo io stato tra i più convinti estensori delle argomentate tesi approvate a Fiuggi sulla questione 'fascismo-antifascismo' tanto definitive quanto attuali. D’altronde - conclude La Russa - lo sanno bene i pochi che si sono presi la briga di leggere il mio intervento dell’8 settembre dalla prima all’ultima parola. Per intero e senza ipocrisia".

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