Fonsai taglia le perdite, via all’aumento di capitale

L’operazione di salvataggio organizzata da Unicredit per Salvatore Ligresti lascia alla Consob il sospetto di alterare l’attuale assetto di comando di Fonsai, per sancire una sorta di «co-gestione» con la banca di Federico Ghizzoni. La Commissione di Giuseppe Vegas ha però evitato di approfondire il problema, esentando Premafin e Piazza Cordusio dal vincolo dell’Opa, davanti alla priorità di rimediare allo stato di crisi in cui versava la compagnia assicurativa a fine 2010. I cardini sono l’intervento a piedi uniti con cui l’Isvap ha chiesto ai Ligresti di rimediare alla situazione onde evitare il peggio e l’articolo 49 del Regolamento Emittenti, che configura le deroghe dall’Opa in caso di «salvataggio aziendale».
A soli tre mesi di distanza la situazione di «casa Ligresti» appare comunque migliorata, come dimostra la catena delle trimestrali approvata ieri dai cda di Premafin, Fonsai e Milano Assicurazioni. A marzo Fonsai ha limitato le perdite a 24,9 milioni, contro i 104,4 milioni di un anno prima, ma soprattutto ha riportato il margine di solvibilità a quota 100,9%, cioè entro i minimi previsti dalla norma seppur solo di stretta misura (100%). É il segnale che la «cura industriale» iniziata dall’amministratore delegato Emanuele Erbetta sta dando i primi frutti anche se, complice la pulizia di portafoglio, i premi sono in calo (-14,5% a 2,99 miliardi) sia nel ramo Vita sia nel Danni, che migliora però la redditività con un combined ratio al 100,9%. A pesare sono le svalutazioni su titoli (24,3 milioni di cui quasi 20 riferiti a Premafin) nonchè le perdite di Atahotels (9 milioni). In ogni caso la società è «moderatamente ottimista» di centrare gli obiettivi prefissati al 2011: utile superiore ai 50 milioni e una raccolta premi di 12,5 miliardi. Milano Assicurazioni, l’altro motore del gruppo Ligresti, è tornata in attivo per 14,5 milioni, a fronte di una perdita di 20 milioni a marzo 2010, mentre la holding Premafin, che sostanzialmente riflette il bilancio Fonsai, è in rosso per 16,5 milioni (-31,3 milioni).
I board di Fonsai e di Milano hanno poi approvato i previsti aumenti di capitale, che dovrebbero scattare il 20 giugno, così da spingere entro luglio il margine di solvibilità di Fonsai al 130%, un livello di maggior agio in vista delle nuove regole di solvency. E a breve dovrebbe essere trovato l’accordo anche sul debito delle holding personali di Salvatore Ligresti.
Dalle sette pagine di motivazioni addotte dalla Consob per spiegare l’esenzione all’Opa, emerge però come il verdetto non fosse scontato. La Commissione sottolinea infatti come dall’esame dell’alleanza tra Unicredit e i Ligresti sia «problematico» escludere a priori delle «alterazioni negli equilibri di governance» di Fonsai.

Unicredit, già grande creditore dell’Ingegnere di Paternò, alla fine del riassetto sarà infatti anche socio di Fonsai con il 6,6%, senza contare «le relazioni» di lunga data tra la banca e la famiglia del costruttore «improntate a una collaborazione di ampio spettro». Come dimostra lo stesso passaggio da Unicredit di Piergiorgio Peluso alla direzione generale di Fonsai o il prezzo di favore a cui Piazza Cordusio acquisterà i diritti di Premafin per sottoscrivere l’aumento.

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